La manifestazione del primo marzo contro il colonialismo energetico

La manifestazione del primo marzo contro il colonialismo energetico

Oggi, 18 febbraio 2025, l’Unione Sarda ha pubblicato un mio contributo riguardo la manifestazione del primo marzo 2024. Ve ne propongo una versione leggermente modificata.


L’Unione Europea e l’Italia stanno imponendo, negli ultimi anni, alla Sardegna l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo di sistemi meno inquinanti, detti rinnovabili.

L’obiettivo in sé (produrre energia elettrica non eccessivamente inquinante) è corretto, il problema è che un obiettivo corretto viene realizzato in modo distorto e, soprattutto, senza che le sarde ed i sardi guadagnino qualcosa.

Da anni decine di migliaia di sardi si battono per una transizione energetica giusta.

Il 2024 è stato un anno campale per questa battaglia. Decine di manifestazioni, la costituzione di decine di comitati, centinaia di riunioni, una raccolta firme epocale.

La montagna (il consiglio regionale) alla fine di questo anno ha prodotto un topolino (la legge regionale 20/2024, vale a dire “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile (FER) e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”), il quale è già in pericolo di morte.

Il sicario è il governo di Giorgia Meloni.

La proposta di legge “Pratobello 24”, nel frattempo, è stata bellamente ignorata dalla maggioranza “del noi”, alla faccia dei 210.000 sardi che l’hanno firmata.

La legge regionale 20/2024 è in pericolo di morte perché il governo italiano l’ha impugnata e chiede alla Corte Costituzionale che venga dichiarata anticostituzionale.

Di fronte ad uno tsunami di questo tipo, la maggioranza e la Giunta fa finta di nulla.

Si rischia di tornare a punto e a capo, come se niente fosse.

Cosa fare?
La prima cosa è parlarne.

La seconda è elaborare delle soluzioni. Per parte mia, mi ritrovo in quanto elaborato mesi fa da Sardegna chiama Sardegna qui. Lla questione è essenzialmente una questione di poteri. Il punto di caduta è l’apertura di uno scontro politico-istituzionale tra Regione e Stato che porti all’ampliamento dei poteri statutari.

La terza è continuare la pressione, mobilitarsi, parlare con chi non è convinto.

La nuova colonizzazione va fermata. Non siamo contro la transizione ecologica, anzi, siamo contro questa transizione ecologica.

Alcuni comitati hanno indetto una manifestazione contro il colonialismo energetico a Quartu, il quale, quindi, ha come elemento di punta il Tyrrhenian Link. Per chi vule capire cosa sia il TL potete leggere qui un mio contributo.

Nessuno può essere pregiudizialmente contrario ad un cavo elettrico, se serve a stabilizzare il sistema di distribuzione dell’energia, e se serve a farci stare meglio e realizzare la transizione energetica.

Il problema è che non serve a questo.

Occorre riprendere la lotta, e fare vedere che il movimento del 2024 non è scomparso, che si continua, e si continua in modo unitario.

Nel 2024 il movimento contro la colonizzazione energetica è cresciuto enormemente, c’è il mondo cattolico e dei movimenti, semplici cittadini e comitati molto concentrati sul locale, militanti politici e mondo del volontariato. Ci sono giovani, scuole, pensionati.

E’ normale che vi siano pratiche e metodi e, in qualche modo, posizioni differenti.


Non dobbiamo permettere che questo blocchi una lotta unitaria, inclusiva, portata avanti anche con mezzi differenti, ma focalizzata sull’obiettivo: fermare la colonizzazione energetica, realizzarne una giusta, farci guadagnare le sarde ed i sardi, per una volta.

Il Consiglio regionale, e la Giunta, sono fermi, e non va bene.

Bisogna svegliarli. Le settimane ed i mesi passano. La manifestazione del primo marzo assume una importanza unica. Serve il contributo di tutti, non ci sono primogeniture. Facciamo scendere in piazza i sardi.