Dal 25 al 27 novembre sono stato in missione a Bruxelles per conto del Comune di Cagliari, che aveva come focus principale il concetto di smart city. Vi propongo una breve relazione che ho presentato al Sindaco e, in formato pdf, una relazione più lunga.
Report breve sulla trasferta a Bruxelles del 25-27 novembre
Il servizio politiche comunitarie non mi ha fornito del materiale prodotto, mentre l’Assessore Pierluigi Leo mi ha fornito del materiale riassuntivo sulle azioni riguardanti il risparmio energetico.
La definizione di smart city che avanza è quella di una città che usa la tecnologia per adempiere agli obiettivi di Europa 2020, possibilmente anche superandoli, nei settori dell’energia e dei trasporti. Non si è compreso che si è abbattuta sull’Europa una crisi sistemica. Una smart city dovrebbe concentrarsi anche su esclusione sociale, pubblica amministrazione, nuove povertà, digital divide, periferie e nuove generazioni.
Cagliari ha approvato l’adesione al patto dei sindaci. Abbiamo l’obbligo di presentare il PAES entro un anno. La redazione del PAES è stata affidata ad un dipartimento di ingegneria. Questo dipartimento sa come vive la città? Ha attivato dei meccanismi partecipativi? Sa che da giugno del 2011 i cagliaritani iscritti all’ufficio di collocamento sono aumentati del 35%?
Lunedì ho incontrato la responsabile di una Onlus che lavora con Bruxelles sul tema degli alloggi sociali, dalla quale abbiamo da imparare, e una funzionaria della DG Ambiente, che lavora su LIFE+, sul quale non abbiamo presentato alcun progetto e persiste una scarsa sostenibilità.
Martedì ho incontrato Leonardo Pinna, di Confindustria Bruxelles, e Valeria Satta, di ANCI. Leonardo sottolinea come vadano coinvolti i decisori nelle azioni di formazione e di empowerment che chiunque vuole portare avanti, e come ogni azione debba avere già da subito chiari gli obiettivi diretti ed indiretti che si vogliono perseguire.
Valeria Satta sette anni lavora per ANCI a Bruxelles. Ora segue la delegazione ANCI al Comitato delle Regioni. Entrambi sono a disposizione del Comune.
Nel pomeriggio ha avuto inizio il convegno. Su questa iniziativa si prevede di allocare circa 200 milioni di euro. I settori di intervento sono energia e trasporti, i quali, mediante le nuove tecnologie, dovrebbero essere il volano per rendere le città smart. Si tratta di una impostazione che potrebbe lasciar fuori tutti gli altri settori.
Quasi per rispondere a questa criticità, molti hanno sottolineato come al centro delle smart cities and communities, vi siano i cittadini. L’obiettivo è che i cittadini del domani, quelli di un mondo dove ci saranno 8-9 miliardi di persone, possano vivere con la stessa qualità della vita di ora. Abbiamo un know how unico al mondo su questi temi, da esplicare con programmi replicabili e scalabili.
In conclusione, è emerso che smart city non è strutture, e che smart city deve per forza andare insieme a social integration.
Il 27 novembre ho incontrato Roberto Doneddu ed alcuni funzionari della DG regio, tra cui il desk officer Sardegna. Roberto Doneddu direttore dell’ufficio della Regione Sardegna a Bruxelles, ha illustrato le azioni della Regione, e ha dato la massima disponibilità a collaborare con il Comune.
I funzionari della DG regio hanno sottolineato l’importanza della costituzione dell’area metropolitana. Una iniziativa sulla quale ragionare è l’ITI (European Territorial investiment).
Credo che le opportunità offerte dall’Unione Europea siano largamente sottovalutate dal Comune, nonché dalla Sardegna in generale. Suggerisco, quindi, una cura choc: una seduta della giunta, preparata con la Commissione, da tenere a Bruxelles.