A Cagliari in queste settimane la temperatura supera costantemente i 30 gradi e ci sono donne, uomini e bambini a cui è stato negato il diritto all’acqua. La vorrebbero pagare, vorrebbero usufruire di un bene essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani.Il 17 e il 18 luglio a Cagliari un gruppo di cittadini interviene ad una conferenza sulle nuove povertà e sui diritti, organizzata da SEL (il partito del Sindaco del capoluogo sardo), e racconta della situazione insostenibile di alcune famiglie che non sapendo più dove alloggiare hanno occupato edifici scolastici abbandonati, di proprietà pubblica. Da diversi mesi è stata tolta loro l’acqua.

L’assemblea conclusiva di tale iniziativa è concorde nel condannare il distacco e richiede l’intervento del Sindaco di Cagliari per il riallaccio immediato della fornitura d’acqua potabile mediante un’ordinanza, come già fatto dal Sindaco di Bologna.

Il Presidente della Regione Sardegna Pigliaru, il 18 luglio, dichiara che probabilmente si tratta solo di studiare la via legale per fare la cosa giusta, cioè riallacciare l’acqua.

Ad oggi ancora nessuna risposta dal Sindaco e dal Presidente Pigliaru.

Chiediamo al Sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che venga immediatamente emanata una ordinanza in cui il Sindaco, come responsabile della Salute Pubblica, sulla base dell’articolo 54 del TUEL, per ragioni umanitarie e sanitarie ordini il riallaccio immediato dell’acqua potabile a decine di persone, donne, uomini e bambini che ne sono stati privati.

Chiediamo, inoltre, che nel breve periodo si trovi una soluzione definitiva.

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