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La Consulta Comunale delle Associazioni dei Disabili – come farla contare

September 10th, 2015  |  Published in Cagliari, Interventi in aula, Politica  |  1 Comment

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In Consiglio comunale è in discussione la riforma del regolamento sulla Consulta comunale delle associazioni dei disabili. 

Eccolo: proposte regolamento consulta disabili 

Vi propongo la traccia dell’intervento che ho compiuto in aula, con una proposta di modifica della proposta di regolamento.

Enrico

 

 

CC 8.9.2015 Approvazione del nuovo Regolamento della Consulta delle Associazioni dei Disabili, in sostituzione del Regolamento approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 37 del 10.07.2007 – Proposta di deliberazione di iniziativa della C.C.P. Politiche Sociali ai sensi dell’art. 25 del Regolamento del Consiglio Comunale – (prot. n. 164 del 03.09.2015)
INTERVENTO IN AULA

Da una ricerca su Internet risulta che la consulta delle associazioni disabili (COADI) abbia la sede in via Monsignor Piovella. Si tratta di uno spazio che gli è stato concesso dal Comune?
Leggo, dal sito di Sardegna Solidale “La Consulta Comunale delle Associazioni dei Disabili è nata col fine di promuovere e garantire degli strumenti di collegamento tra la società civile e gli organi di governo locale, per limitare ogni processo di emarginazione sociale. Questa di Cagliari è stata la prima istituita in Sardegna. E’ composta da ventisette associazioni, con sede in città, che operano a favore delle persone disabili e da quelle costituite direttamente dalle persone con disabilità e/o dai loro familiari. Ne fanno parte anche il presidente del Consiglio Comunale, l’assessore alle Politiche Sociali, il Sovrintendente Scolastico, il presidente della ASL 8, il presidente e il vice presidente della Commissione Politiche Sociali”.
La sezione notizie è vuota.

Non faccio parte della commissione politiche sociali e, quindi, vorrei capire come ha lavorato in questi anni la COADI, cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato, quali risultati ha ottenuto e per quali ragioni stiamo cambiando il regolamento, e come era prima il regolamento.

So che esiste anche una consulta provinciale dei disabili, e vorrei quindi capire se queste due consulte sono collegate, se hanno lavorato bene insieme.

Al di là dell’azione del COADI, noi siamo qua a discutere di partecipazione, e di una consulta, che dovrebbe, appunto, essere consultata dal consiglio comunale nelle materie di propria competenza. Dovrebbe, quindi, aiutare il consiglio a prendere decisioni, proporre interventi, esprimersi sulle politiche che si portano avanti.

A mia memoria, non ricordo che il COADI sia mai stato presente, fattivamente, nella vita del consiglio. Non so se è stato presente nella vita del comune in generale. Ricordo una polemica sui social network e qualche giornale on-line, sul tema dell’accessibilità e della disabilità, e ricordo alcuni comunicati stampa, che registravano positivamente, e sarebbe assurdo il contrario, quanto fatto in tema di abbattimento delle barriere architettoniche nel quartiere S. Benedetto.

Però il COADI non ha inciso nelle politiche comunali e nelle attività del consiglio.

A questo tema collegherei il tema della partecipazione, partendo da una delle poche, forse l’unica altra consulta rispetto alla quale siamo intervenuti: la consulta degli immigrati. La consulta degli immigrati non ha funzionato. Non lo dico io. Lo dicono loro, e lo dicono i fatti.
Gli stessi componenti hanno suggerito delle modifiche al regolamento delle consulta, e potrebbe essere il caso, prima della fine della consiliatura, di metterci mano.

Sul tema della partecipazione non è stato fatto quanto promesso. Si tratta di avere una impostazione o l’altra.
La prima impostazione è quella secondo cui le elezioni hanno luogo una volta ogni cinque anni, i cittadini votano (quelli che vanno a votare) e ci si rivede dopo cinque anni, perché gli eletti hanno il diritto ed il dovere di decidere su tutto quello che è di loro competenza.

C’è poi un’altra concezione per cui democrazia, e libertà, non è andare a votare una volta ogni cinque anni, bensì è un processo continuo di confronto, collaborazione, crescita sociale, conflitto e ricerca delle soluzioni, dove i consiglieri comunali, gli assessori, i sindaci, sono solamente una parte del blocco sociale che governa un territorio o l’intera Sardegna. Questo anche perché ci sono poteri che, purtroppo, non sono democratici, ed il potere è distribuito, non sempre bene, nella società.
La partecipazione, se vogliamo far vivere e trasformare la geografia del potere, è quindi un elemento imprescindibile.

Questo è stato dimenticato.

Per quanto riguarda il regolamento, invece, che stiamo discutendo oggi, tramite esso possiamo decidere se compiere una scelta di campo.

L’art. 2, comma 3 della proposta di regolamento recita:
“Il consiglio comunale e la giunta possono chiedere alla COADi di collaborare all’elaborazione delle proposte di deliberazione che hanno attinenza con le tematiche dell’handicap e dell’invalidità civile, che ha 15 giorni di tempo per prenderne visione ed elaborare le proprie osservazioni facoltative e non vincolanti”.

Perché non dare più poteri, veri, alla consulta?

Il comma 3 dell’art. 2 non potrebbe essere cambiato, per scrivere che
“il consiglio e la giunta chiedono al CO.A.DI di collaborare all’elaborazione delle proposte di deliberazione che hanno attinenza con le tematiche dell’handicap (c’è un errore di battitura) e dell’invalidità civile. La CO.A.DI ha 15 giorni di tempo, dal momento della trasmissione della bozza di proposta, per elaborare le proprie osservazioni, facoltative e non vincolanti.
Nel caso che le osservazioni non vengano accolte, il non accoglimento deve essere esaurientemente argomentato”.

Si tratta di una proposta che riprende decine di pratiche già in essere, diverse parti d’Europa, da diversi anni, in alcuni casi da decenni, e che riprende i protocolli della Commissione Europea, in materia di partecipazione, consigliati già da moltissimi anni.
La partecipazione, in questo modo, diventa effettiva, e si prova ad affiancare alla democrazia rappresentativa, che non mi pare goda di ottima salute, alla democrazia deliberante.

 

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  1. […] il regolamento sulla Consulta Comunale delle associazioni dei disabili. Ce ne siamo già occupati qua. A seguito del mio intervento l’esame del regolamento, e la votazione sullo stesso, è stato […]

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