Il corpo forestale, gli incendi e la sovranità agita della Sardegna
A seguito di gravi lutti collettivi, il presidente Mario Melis e la giunta regionale di allora fece nascere a metà anni Ottante il Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale, dando così piena attuazione alla competenza statutaria. La Regione, infatti, ha potestà legislativa esclusiva in materia forestale, in ragione dell’art. 3 dello Statuto. I decreti del Presidente della Repubblica 669/72 e 297/72 hanno disciplinato la questione. Al personale del Servizio forestale regionale è riconosciuta, con decreto del rappresentante del Governo nella Regione, la qualifica di agente di pubblica sicurezza.
La Legge regionale del 1985 ha da un lato unificato le vecchie strutture forestali incardinandole nell’Assessorato difesa dell’ambiente, e dall’altro ha attribuito al suo personale funzioni tecniche e di polizia come indicate all’art. 1 della LR n. 26/85, oltre a quelle derivanti dalla qualifica di agente di pubblica sicurezza. Al Corpo è affidata la tutela tecnica ed economica dei boschi, dei beni silvo-pastorali dei Comuni e degli Enti pubblici, la vigilanza nelle aree protette e nelle aree di particolare interesse naturalistico e paesaggistico, la prevenzione e la repressione di comportamenti e attività illegali in materia di caccia, pesca nelle acque interne e marittime, incendi. Il Corpo è definito come Corpo tecnico con funzioni di polizia, deputato alla salvaguardia dell’ambiente naturale.
Oggi il CFVA viene usato per attività di indagine in materia ambientale, e svolge il ruolo duplice di principale strumento sardo per la lotta agli incendi, d’estate, e strumento di controllo del territorio nelle stagioni più fredde. Se non ci sono le tragedie degli anni ottanta è grazie ad esso. Il CFVA è un esempio di sovranità agita.
Ancora oggi è possibile che, anche per volontà politica, il CFVA venga inglobato dall’Arma dei Carabinieri. Ci sono già riusciti, d’altra parte, con le regioni d’Italia a statuto ordinario con la legge 124/2015. Siamo nettamente contrari alla soppressione del Corpo forestale ed alla sua militarizzazione forzata attraverso il passaggio nei Carabinieri. La Regione, ed i sardi, devono decidere cosa fare del CFVA. Senza un piano straordinario di assunzioni, tra 8 anni il CFVA scomparirà. Oggi l’età media dei lavoratori è 59 anni, e ci sono uomini di 64 anni che vanno a spegnere gli incendi. Ce ne rendiamo conto?
Il piano straordinario di assunzioni, che presenteremo con forza durante un convegno programmato per il 15 giugno a Serrenti insieme ad altre proposte di riforma, serve ad allargare e migliorare la capacità di intervento del CFVA in settori nei quali sono necessari competenze rinnovate, per esempio nel settore delle sofisticazioni alimentari. Contemporaneamente, dobbiamo garantire una efficace lotta agli incendi, nonché un miglioramento dell’attuale attività ordinaria. La giornata convocata dalle sigle sindacali CGIL, UIL e SAF cade peraltro all’interno di uno stato di agitazione proclamato il 5 giugno, che le stesse sigle sperano di sospendere a seguito di impegni e provvedimenti immediati da parte dell’amministrazione regionale.