“Hanno ucciso il bar Ragno” è un libro di Nino Nonnis, del 2005, edizioni CUEC. Nonnis è un cagliaritano di adozione, originario di Sindia, ora probabilmente residente a Sinnai.
Il bar Ragno, nella lunga via Manzoni, è il centro del racconto, che fa da scenario, anche quando il racconto si svolge altrove.
La città sono le persone, e Nino Nonnis parla delle persone, delle fisime e dei tic, dei difetti e dell’umanità di chi a Cagliari viveva tra gli anni sessanta e gli anni ottanta. Sono gli anni in cui Cagliari si afferma come città, quasi come capitale della Sardegna.
Cagliari scanzonata e fanfarona, Cagliari viva e popolare, Cagliari che lavora e che sta insieme, la Cagliari degli oreris e delle partite a carte, la Cagliari dei cacciatori e della politica, del tennis e di GigiRiva.
Al termine del libro Nonnis svela uno dei caratteri di questa urbs, questo insieme di abitato, denso e reticolare, che prende il nome di città. Come tutte le città, Cagliari è includente. Magari non è accogliente, ma è includente. Chiunque stia qua qualche anno, se lo sceglie, diventa cagliaritano.
E’ questa la grande differenza tra paese in città. In paese magari sono accoglienti, magari ti trattano bene, ma c’è un “noi” e “loro”.
In città no. Da questo punto di vista, Cagliari è una città.
Cagliari in bilico tra due lingue, con una che, se si perde, si perde l’anima della città.
Cagliari terminale di quanto succede nel mondo, dalla politica allo scudetto, dall’epopea della boxe al calcio settimanalmente praticato.
Per tanti, sicuramente per chi stava al bar Ragno, la socialità non era legata al consumismo, all’apparire. Un mondo al maschile, certo, ma un mondo in cui a tutti era permesso stare, per ore ed ore, e vivere, senza dover consumare.
Un mondo in cui la pervasività delle droghe non c’è, non si coglie.
Un libro spassoso, come i libri di Nino Nonnis, malinconico come è malinconico il tempo che passa e si ricorda.
Ma, come dice lo stesso Nonnis in un passaggio di “Cagliari Sicsti”, un fortunato docu-film, “ora ce ne saranno altri di personaggi a Cagliari, e noi non li conosciamo”.
E’ così, ed oggi ce ne sono altri di “bar Ragno, alcuni proprio là vicino, altri in altri quartieri e nei circoli privati.
E’ una scelta anche quella della socialità. Il mondo di oggi ci costringe a andare a spendere 12 euro per uno spritz schifoso e due pezzi di salsiccia della Metro. Non ne vale la pena, ma meglio uscire una volta sola e spendere, e magari gli altri giorni stare sui telefonini, piuttosto che al bar Ragno del 2019.
Ma non tutti sono così, anzi.