Comunicazione in rete inclusiva e per tutti.
Nell’epoca dei social media le informazioni e le comunicazioni sono davvero tante, a volte tantissime, tanto che spesso, nel passare dall’una all’altra, il tempo trascorre davanti al computer.
La quantità di informazioni sembra pertanto non essere un problema per i più, c’è una connessione diretta con il mondo, istante per istante che consente di seguire in diretta il percorso della nave o dell’aereo, lo spostamento delle nuvole sopra la nostra testa, gli incontri internazionali. A volte le informazioni su un determinato tema sono addirittura troppe, possono creare confusione e non sempre consentono di capire quale sia quella giusta o la piu’ recente.
Si tratta di un patrimonio praticamente illimitato, che deve essere disponibile a tutti e che necessità di interventi per la eliminazione delle barriere che ne impediscono, ancora a tanti, la fruizione. L’occasione di stare a distanza, potrebbe consentire di monitorare le esigenze di chi ancora non accede alla rete e di intervenire prontamente per apportare soluzioni utili allo scopo. E’ fondamentale non escludere nessun cittadino dalla fruizione delle potenzialità della rete, se non per sua libera scelta.
La comunicazione in rete, presenta, ed è di questo che vorrei trattare in particolare, problemi di civiltà e di rispetto.
Esprimere parole in rete in maniera diretta, immediata e verso tutti, sfocia talvolta nell’utilizzo di un linguaggio sconveniente e irrispettoso. Tanto da costituire, anch’essa, una modalità potenzialmente esclusiva e discriminante.
Vari sono gli esempi che possono essere portati per esemplificare questo rischio.
Dalla pubblicazione di post offensivi e illegibili, alla bruttura di foto e immagini, dalla condivisione di post neppure letti preventivamente e gettati in pasto al mondo, alla rappresentazione di se stessi in modo davvero diverso dal vissuto reale quotidiano.
Si tratta di comportamenti respingenti e discriminatori che allontanano dalla fruizione tutti coloro che si sentono minacciati e offesi da tali atteggiamenti. Ritengo pertanto utile segnalare il costante lavorio di persone che responsabilmente costituiscono, tassello dopo tassello, una coscienza critica in tal senso, finalizzata a raccomandare un linguaggio inclusivo e non ostile.
Importanti risorse “positive” della rete, sensibili a questo tema, hanno definito e pubblicizzato il “Manifesto della comunicazione non ostile”, che elenca un decalogo di principi utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in rete.
Si tratta di regole di comportamento che prevedono un approccio responsabile di tutti coloro che si approcciano alla rete, al fine di contribuire a renderla accogliente e sicura per tutti.
I principi sono immediatamente e facilmente praticabili: scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona; le parole che scelgo mi rappresentano; mi prendo il tempo necessario per esprimere al meglio quel che penso; ascolto con onestà e apertura; scelgo le parole per avvicinarmi agli altri; le parole espresse possono produrre conseguenze; condivido testi e immagini dopo averli attentamente valutati; chi esprime un opinione diversa non è un nemico; non accetto insulti e aggressività nemmeno a favore della mia tesi; quando è il caso di tacere, taccio.
Il Manifesto nella sua forma classica, è stato reso disponibile e adottato da numerosi cittadini, associazioni, pubbliche amministrazioni, ecc, ed è stato declinato per diversi ambiti: per la politica, per la pubblica amministrazione, per le aziende, per l’infanzia, per lo sport e per la scienza.
E’ uno strumento utile da divulgare e da adottare per far si’ che, i principi in esso contenuti, siano effettivamente adottati in maniera estesa e senza confini.
Si tratta di principi validi nella vita reale e trasposti nella vita “di rete”, che sarebbe opportuno poterli ridiscutere periodicamente per riportare le parole al loro giusto valore.
L’associazione alla quale appartengo, “Atobiu” di Quartu Sant’Elena, in particolare con la grande energia e disponibilità della sua Presidentessa, ha organizzato una serie di incontri formativi utili al coinvolgimento dei cittadini sui temi del linguaggio e del conflitto, trovando una risposta positiva da parte degli stessi; auspico che attività formative di questo genere si possano moltiplicare nel territorio regionale in modo da coinvolgere un crescente numero di cittadini.
Apprezzo tantissimo e ringrazio tutti coloro che si prodigano per contribuire a rendere la rete un luogo più propositivo e arricchente.
Il Manifesto è presente qui: https://paroleostili.it/manifesto/
Per gli altri articoli di Fabio Atzeni vedi http://www.enricolobina.org/situ/?s=atzeni&post_type=post