Il presidente Solinas è intervenuto martedì 8 marzo al congresso della CISL sarda. Qua potete vederlo. E’ intervenuto per 30 minuti, con un discorso pacato, dialogante, dove ha promesso ascolto e coinvolgimento.
Peccato che siano passati tre anni dalle elezioni, che non si veda nessuna luce al fondo del tunnel e che, al contrario, tutto lascia presagire il peggioramento dell’esperienza di governo.
Mancano due anni alle elezioni regionali (o forse uno), per cui si è già in campagna elettorale (ma è mai terminata?), e cosa fa un grande sindacato confederale? Dimentica cosa è successo in questi anni, e punta costruire una relazione privilegiata con la politica, che prescinda dal merito delle politiche.
Solinas è da dimettere. Lo abbiamo scritto a maggio 2021 in una lettera aperta ai Segretari generali di CGIL, CISL e UIL, per la quale non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Leggila qua.
In passato abbiamo condannato il sonno dell’opposizione in consiglio regionale che, invece che fare opposizione e costruire una alternativa di governo, tentenna e si riposa, o si accorda sotto banco.
Dobbiamo con grande dispiacere registrare il sonno dei sindacati. O forse è consociativismo?
Questa legislatura passerà senza una mobilitazione di massa ed uno sciopero generale dei sindacati contro un presidente della giunta che va criticato nel merito, e non per la sua appartenenza politica, e proprio nel merito va dimissionato. Si vada ad elezioni.
Ma se le grandi organizzazioni sociali sono silenti, c’è chi resiste. C’è chi avrà sempre la schiena dritta, a costo di perdere facili guadagni e riconoscimenti.
Abbiamo bisogno di una nuova idea di Sardegna, che sia all’altezza di un mondo che cambia. Non abbiamo bisogno di minestre riscaldate, clientelismi e servilismo ad ogni lobby che atterra sulle nostre terre.