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Il terzo volume di “Sardisti”, di Salvatore Cubeddu

Attendevo da tempo il terzo volume di “Sardisti – Viaggio nel Partito Sardo d’Azione (Psd’az) tra cronaca e storia” – testimonianze, documenti, dati e commenti (1976-1995)”. Non ho letto i primi due, in parte per pigrizia, ma probabilmente perché sapevo che li avrei compresi meglio in un viaggio a ritroso. La domanda più bruciante, politicamente viva, è da anni: “come ha fatto un partito formalmente indipendentista, che ha espresso il presidente della Regione tra il 1984 ed il 1989, a perdere così velocemente la sua forza ed ad inabissarsi qualche anno dopo?”. Cosa non ha funzionato?

L’esperienza della Giunta di Mario Melis è centrale nella storia contemporanea sarda. Il libro di Salvatore Cubeddu racconta, in un felice intreccio di storia e sociologia (si analizza la composizione sociale del Psd’Az) i congressi del 1976 e poi quelli di Porto Torres e Carbonia, per arrivare all’esperienza Melis.

Perché fallì?

La risposta non scritta, ma presente e desumibile, è semplice, la più semplice da immaginare: non ha mantenuto gli impegni presi con il proprio popolo. Aveva preso l’impegno di una fiscalità di vantaggio per le sarde ed i sardi, di una legge sulla lingua sarda, di una battaglia campale sulle basi militari e, più in generale, di innalzare in via generalizzata la “questione sarda”.

La Giunta Melis non ci riuscì. Furono i consiglieri sardisti poco capaci, fu il PCI anti-sardista, fu Mario Melis? Il libro fornisce dati di cronaca e di storia. Non è semplice andare oltre, scavare più a fondo. Molti dei protagonisti di quegli anni sono ancora vivi: forse loro potranno con più cognizione nostra dire la loro. A me basta, per ora, avere la risposta principale.

Un altro elemento, ad uno sguardo più pacato, però appare limpido, netto, trasparente: dal punto di vista organizzativo, e del gruppo dirigente, il Psd’Az non era pronto. Non aveva una struttura, non aveva quadri intermedi, non controllava organizzazioni di massa o organi di informazione.

Il “vento sardista” soffiò impetuoso, complice l’originale evoluzione dei movimenti sociali sardi degli anni settanta, ma già nel 1992 (forse già dal 1989) era scomparso.

Dopo allora il Psd’Az non si è ripreso ed oggi, a mio parere, la seconda presidenza sardista della Regione Sardegna, con Christian Solinas, non ha nulla a che vedere con quella epoca, quegli uomini, quegli ideali, quei militanti. Oggi la lotta politica è, purtroppo, un’altra cosa, e di programmi e realizzazioni “sardiste” non se ne è visto e non se ne vede neanche l’annuncio.

Il volume si compone anche di interviste, oltre che di rimandi a documentazione recuperabile sul sito della Fondazione Sardinia o sui futuri quaderni della stessa.

Chissà come avrebbe commentato il volume Marcello Tuveri. Il volume “Considerazioni sulla riforma della burocrazia regionale”, del 2019, non avrebbe avuto la luce senza i suoi consigli, la sua guida, i suoi scritti. Seppur così lontani, anagraficamente e culturalmente, Marcello Tuveri mi ha aperto mondi e prospettive.

Ora Marcello non c’è più: avrebbe visto il libro come un contributo lontano dalle sue impostazioni, relativo ad un partito che era il suo ma viveva una fase storica diversa rispetto a quella in cui era protagonista.

Ed ora, dopo il terzo, affrontiamo il secondo ed il primo volume…