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Nonni e nonne: una risorsa sociale – di Alessandra Fantinel

Con il decreto “Rilancio”, strumento di riattivazione dell’economia italiana duramente colpita dal Coronavirus, sono stati previsti diversi interventi a favore delle famiglie con figli minori di 12 anni. Tra cui il rafforzamento del già operativo bonus baby-sitter. Il titolare dell’erogazione del beneficio (INPS) ha chiarito un passaggio molto delicato: questo sostegno al reddito potrà essere riconosciuto anche ai parenti, tra cui i nonni e le nonne, purché non siano conviventi.

E’ un piccolo riconoscimento per il grande contributo che i nonni e le nonne stanno dando alla nostra società.

L’Italia è, infatti, un paese di adulti con circa 14 milioni di persone dai 65 anni in su, che quotidianamente, in modo leggero o più strutturato, contribuiscono a garantire l’equilibrio familiare sia in termini finanziari che di supporto domestico. La pensione dei nonni spesso è l’unica fonte di reddito o rappresenta un importante contributo al precario reddito familiare, in situazioni di assenza di un lavoro stabile o quando si presentano delle spese eccezionali e non programmate. La presenza dei nonni e delle nonne sopperisce alle carenze strutturali del nostro welfare. Sono loro che si occupano dell’assistenza degli anziani presenti in famiglia, che svolgono attività di volontariato, che accudiscono i minori.

L’Italia è notoriamente il “Paese della famiglia”, ma in realtà, nel corso del tempo, ha adottato poche misure di sostegno a favore di genitori che lavorano. Poche o nulle le politiche strutturali di sostegno economico e sociale rivolte alle famiglie e insufficienti i servizi educativi per l’infanzia.

La carenza di asili nido e/o l’elevato costo degli stessi rappresenta una discriminante tra chi potrà accedere e chi no a queste strutture. E l’alternativa? I nonni e le nonne..… Stessa criticità nelle scuole primarie e secondarie: il tempo pieno è ancora poco diffuso e in alcuni contesti quasi inesistente.

Problematica che è emersa anche durante la pandemia: da un rapporto del Centro nazionale delle ricerche (Cnr), il lavoro di cura della casa e l’accudimento dei figli durante il confinamento risulta ricaduto quasi completamente sulle spalle delle donne. Analisti ed esperti dimostrano che le misure economiche messe in campo dal Governo siano state inefficienti e insufficienti.

Continuiamo sul mondo della scuola: in Europa su 27 paesi, 22 hanno riaperto le scuole tra aprile e maggio. L’Italia è il Paese dove la chiusura degli istituti scolastici è stata più lunga e non è neppure certa l’apertura del 14 settembre!

Ancora peggiore la situazione degli asili nido e delle scuole materne che essendo di competenza comunale molti elementi sono ancora da chiarire.

La casa dei nonni e delle nonne rappresenta pertanto un porto sicuro per i minori di tutte le fasce di età. Anche per gli/le adolescenti alle prese con i contrasti generazionali con i genitori. E’ il luogo in cui possono trascorrere ore serene o dove trovare una spalla su cui piangere o persone a cui presentare la fidanzata o il fidanzato del momento, che verrà accolta/o senza i pre-giudizi dei genitori. Non solo, la casa dei nonni sarà il luogo dove trascorrere “le vacanze” anche se dista pochi chilometri, dove trovare sempre un pasto caldo e un sugo speciale che …. solo la nonna sa fare! E’ il luogo dei vizi e dove i divieti dei genitori (sul cibo per esempio) sono temporaneamente messi da parte.

E’ il luogo e loro sono le persone che ci fanno sentire speciali e che ci coccolano indipendentemente dalla nostra età anche quando andiamo a trovarli accompagnati dai pronipoti! Purtroppo, procedendo di questo passo in cui l’età media in cui si diventa genitori cresce costantemente, tale possibilità diventa sempre più remota.

Per i più fortunati, i nonni e le nonne garantiscono un ulteriore “supporto” alla coppia genitoriale: tanti si mettono a disposizione di figli/nuore/generi per permettere loro di trascorrere una serata al cinema, a teatro o una cena romantica! 

C’è un passaggio molto interessante che il demografo Gianpiero Della Zuanna ha rilevato in un suo studio: pare che il 66% delle donne con figli piccoli a carico vive a meno di un chilometro di distanza dai genitori o dai suoceri. Il demografo rileva che questo è un fenomeno tutto italiano e che non ha paragoni rispetto ad altri Paesi europei. Così come le motivazioni che le donne adducono all’ispettorato del lavoro quando si dimettono volontariamente: la mancanza di servizi di sostegno per l’accudimento dei minori. Quindi l’assenza di un welfare flessibile e la lontananza dai nonni.

Recenti ricerche ISTAT rilevano che nel maggio 2020 c’è stato un importante aumento della disoccupazione femminile e che la cassa integrazione in deroga è una misura che ha riguardato soprattutto le donne. La crisi sanitaria ha avuto un impatto maggiore sui settori in cui le donne sono più presenti e le misure messe in campo non hanno previsto nessuna specificità per salvaguardare il lavoro femminile. Il dato preoccupante è l’incremento della percentuale di donne scoraggiate che non cercano lavoro: forse per la mancanza di una programmazione certa e definita già a partire dal prossimo settembre? Come possono cercare nuove opportunità se non hanno la certezza che riapriranno gli asili nido o che le scuole garantiranno il tempo pieno? Solo le famiglie che sanno di poter contare su una rete parentale forte potranno fare scelte future.  

Ed ecco ancora una volta i nonni e le nonne: il perno del nostro stato sociale!

Perché i Governi, tutti i Governi, hanno promesso e promettono misure di supporto per la famiglia ma non abbiamo ancora visto nulla di concreto.

Senza i nonni e le nonne la nostra vita sarebbe sicuramente molto più complicata! Ovviamente parliamo di situazioni in cui i nonni godono di buona salute perché altrimenti si aggiunge criticità a criticità: l’assistenza ricade sulle famiglie stesse. Perché non tutti possono permettersi un servizio di cura e assistenza extra familiare o anche familiare (badanti). E qui il gatto che si morde la coda! Su chi grava la gestione degli anziani non autosufficienti?

Analizziamo perciò le situazioni positive, quelle in cui i nonni e le nonne si sostituiscono ai genitori per accompagnare i nipoti a scuola o alle attività sportive. Che si occupano di loro quando hanno qualche linea di febbre o quando a scuola il personale docente sciopera. Durante le vacanze di Pasqua o di Natale o talvolta alcune settimane durante l’estate: perché le ferie dei genitori non sono così lunghe come le vacanze degli studenti e delle studentesse!

I nonni e le nonne hanno un ruolo importante nella trasmissione della memoria storica. Scrive Aristofane: «I vecchi sono bambini per la seconda volta». E in realtà sono coloro che accompagnano le nuove generazioni nella storia della famiglia, raccontano le favole, la tradizione e il tempo che passa.

E anche a noi genitori fanno sentire bambini in quanto figli.

Rappresentano e sostengono l’equilibrio familiare, mantengono i legami con i componenti della famiglia anche più allargata.

Sono una grande risorsa per noi adulti e per i bambini.

Ci sorprendono con la loro energia quando li vediamo giocare con i nipoti; della loro pazienza: quanto sono diversi da come ce li ricordiamo quando noi eravamo bambini! Si caratterizzano per le loro piccole contraddizioni: sono stati genitori severi ma nonni accondiscendi; genitori rigidi nell’emanazione delle regole e nel rispetto delle stesse (vedi il rientro a casa all’ora di cena) e flessibili nei confronti dei nipoti che spingono a fare esperienze (studi all’estero) che mai avrebbero permesso ai loro figli. Loro sono sollevati dal ruolo di educatori, possono divertirsi e godersi i nipoti facendo cose che troppo spesso i genitori non hanno tempo (e ahimè voglia) di fare con i propri figli.

Quando un adulto diventa nonno o nonna subisce una trasformazione personale: cambia il suo modo di vedere la vita e forse di proiettarsi nel futuro. Tra nonni e nipoti spesse volte si crea una complicità speciale che rimane nel cuore e si ricorda per sempre!

Ecco quindi che il Governo ha un grande dovere nei confronti dei nonni e delle nonne: deve prevedere politiche per gli anziani, non deve permettere che vivano o muoiano nella solitudine e nella miseria.

Le generazioni più anziane sono state duramente colpite dal Covid-19. Non solamente dal punto di vista sanitario ma anche dal confinamento sociale. I nonni e le nonne hanno dovuto imparare ad usare le tecnologie, anche se in realtà tanti sono preparati in materia, ma hanno dovuto rinunciare a quell’impegno quotidiano che in alcuni casi contribuisce a rendere la vecchiaia meno solitaria.

La decisione di destinare il bonus baby sitter del decreto “Rilancio” anche ai nonni e alle nonne ha suscitato diverse polemiche: è come se il Governo avesse voluto riportare la situazione al suo assetto originario, con i nonni e le nonne come tassello fondamentale del welfare italiano.

Questo non deve succedere. Ben venga il ruolo dei nonni e delle nonne come figure portanti per lo sviluppo psicosociale dei bambini e delle bambine ma non possiamo continuare a pensare che debbano dedicare la loro vita da pensionati a sopperire le carenze del nostro Governo. Quanti nonni e quante nonne programmano le loro vacanze o la loro giornata in base alle esigenze dei nipoti? Questo deve avvenire per scelta ma non per esigenza impellente e come elemento insostituibile senza il quale i genitori non possono svolgere il loro quotidiano lavoro. L’esperienza del Covid 19 dovrebbe insegnarci che la società deve cambiare in termini di organizzazione dei tempi di vita e di lavoro.

La nostra società e l’organizzazione del lavoro non si conciliano in quanto i tempi, gli orari (vedi l’ingresso o l’uscita a/da scuola) non rispecchiano le reali esigenze delle famiglie. Tutto funziona se c’è un supporto esterno, a pagamento (baby sitter) o volontario (parenti), che garantisce il rispetto dei tempi. Il cambiamento deve iniziare da qui. Perché altrimenti, e di esempi del genere ce ne sarebbero milioni, dobbiamo continuare a immaginare la nostra programmazione quotidiana di tutte le attività con la presenza e il supporto costante dei nostri amati nonni, che in molti casi non hanno la fortuna di vivere a pochi chilometri di distanza dai nipoti …….. E in queste situazioni il bonus baby sitter, erogato per pochi mesi, sarà appena sufficiente per sostenere le spese del carburante!

Oggi i nonni sono persone attive che vanno al cinema, a teatro, viaggiano ed hanno una vita sociale molto più viva di appena 10-20 anni fa. Dobbiamo rispettare questo cambiamento di rotta e la società deve programmare considerando gli anziani una risorsa fondamentale da difendere e rispettare.