daniela pillitu

Un libro, le competenze nascoste, la partecipazione. Qua Regione Sardegna: c’è ancora speranza

Daniela Pillitu è una funzionaria regionale, dottore di ricerca in economia aziendale. Ha scritto un libro dal titolo “la partecipazione civica alla creazione del valore pubblico”. Il volume, edito da Franco Angeli, è del 2009, ma fa il suo effetto scoprirlo.

In una epoca di smargiassate sardaresi, in cui militari incontrano direttori sanitari e imprenditori, insieme a direttori generali, per decidere chissà che cosa, c’è chi ancora tiene accesa la fiammella della resistenza, umana, culturale e sindacale.

In una epoca di moltiplicazione dei consigli di amministrazione, dei soldi per le poltrone politiche, di DDL 107 e autisti e cerimonieri, c’è chi con abnegazione progetta come fare partecipare il popolo alle scelte, oltre quell’evento distorto, e sempre meno vissuto e frequentato, che sono le elezioni.

In una epoca in cui il disastro è annunciato, e forse lo è anche perché l’altra parte politica, se così si può affermare, in realtà sembra si assomigli molto all’altra, solo che hanno diversi ruoli in commedia. In una epoca così, un libro ordinato e preciso, di livello internazionale, su un tema poco affrontato scientificamente, è un piacere.

Il volume parte con un quadro del “framework teorico di riferimento” per poi intrecciare strumenti e concetti della economia aziendale con i processi di creazione del valore pubblico, con l’obiettivo di descrivere come scientificamente pianificare e realizzare la partecipazione civica,

Gli ultimi due capitoli trattano della “coproduzione dei servizi pubblici” e della “valutazione partecipativa ed i processi di feedback”.

E’ mortificante come questi profili (a parte qualche tentativo in ASPAL ed in LAORE) non siano neanche presi in considerazione nell’attività della pubblica amministrazione sarda, cioè nello specifico nel “Sistema Regione”.

Si tenta di nascondere questo spettacolo indecoroso con conferenze stampa ed il lancio di un nuovo sito per la regione sardegna, ma sono foglie di fico. Per di più, sul sito della Regione Sardegna pesa l’effetto distorsivo che l’utilizzo della profilazione di massa e dell’intelligenza artificiale potrebbe realizzare, arrivando al paradosso per cui un sito istituzionale ti fa vedere quello che tu desideri vedere, e non un quadro neutro, generale.

Il libro di Daniela Pillitu è del 2009, per cui andrebbe aggiornato con puntuali riferimenti alla rivoluzione tecnologica che abbiamo conosciuto, e che tuttora è in corso.

In più si potrebbe rileggere tutto il volume alla luce del concetto di “bene comune” così come elaborato da Ugo Mattei, Alberto Lucarelli e Stefano Rodotà negli ultimi 15 anni, sino ad arrivare a teorizzare uno spazio autonomo per il “diritto del comune”, distinto rispetto al “diritto privato” ed al “diritto pubblico”.