L’attivismo linguistico in Sardegna ha bisogno di rinnovarsi. Mi capita di partecipare ad incontri e chiacchierate sul tema e spesso sembra che tutto si sia fermato a 15/20 anni fa, ma non è così.
Ci sono sacrifici, esperimenti, successi, attività che nascono, vanno avanti, si fortificano, magari alcune si fermano.
Sono un patrimonio inestimabile che dobbiamo conoscere e che spesso, invece, è sconosciuto.
Oggi intervistiamo Francesca Dinapoli, che ci racconta dell’esperienza di una scuola dell’infanzia immersiva in catalano d’Alghero.
D – Quando nasce e perché la scuola dell’infanzia immersiva in catalano d’Alghero?
Intanto grazie per avermi dato l’occasione di parlare di un progetto che è stato ma che vive ancora nei miei ricordi e di quelli di molte persone, come un’esperienza unica e “non” irripetibile.
Il progetto “La Costura” nasce da un accordo tra la Generalitàt de Catalunya ed il comune di Alghero il 16 luglio del 2004 e prevede azioni di collaborazione nell’insegnamento della lingua catalana di Alghero nell’ambito dell’educazione.
Il 18 novembre del 2004 si firma un accordo tra il comune di Alghero, l’associazione linguistica dell’Omnium Cultural e la scuola paritaria dell’infanzia San Giovanni Bosco di Alghero. Si introduce un progetto immersivo in lingua catalana di Alghero in una scuola dell’infanzia, perchè questa ricchezza, la nostra lingua, non venga perduta con l’andar del tempo, visto che la maggior parte delle persone non la utilizzano nella loro quotidianità, ed il rischio è grande! L’età dei bambini garantisce un’acquisizione veloce della nostra lingua, perchè è l’età del gioco, della possibilità di acquisire una lingua semplicemente vivendo la realtà scolastica nella più totale semplicità.
Il progetto la Costura si è inserito all’interno della scuola paritaria San Giovanni Bosco durante l’anno scolastico 2004-2005, ha cominciato il suo inserimento ufficiale a febbraio 2005 in quanto da novembre a gennaio c’è stato un immenso lavoro di progettazione, di traduzione, di organizzazione e viaggi tra le scuole catalane, per apprendere nuove metodologie d’iapprendimento e fare della Costura un progetto innovativo e tecnologico, e di pubblicità per poter essere avviato al più presto. Io sono stata seguita ed affiancata sempre da quella che chiamo la mia mamma pedagogica, un’insegnante che ha lasciato la sua famiglia e la sua città Matarò in Catalunia, per due anni e coordinare in totale dedizione il Progetto del “la Costura”, lei è Rosa Montero i Verdalet. Ci tengo tantissimo a nominarla perchè senza la sua preparazione linguistica e pedagogica e il suo carisma motivatore il progetto non avrebbe mai cominciato.
D- Come avete iniziato? Quale è stato il tuo ruolo personale nella scuola dell’infanzia?
Abbiamo iniziato con soli cinque bambini in una classe ancora non arredata completamente, ma ci abbiamo creduto e siamo partite per la nostra unica avventura!
Il mio importante ruolo come insegnante di lingua catalana di alghero di una classe della scuola materna è cominciato con “la Costura,” per circa sette anni prima insegnavo l’algherese in tante scuole ad Alghero grazie al progetto linguistico Joan Palomba che mi ha dato l’opportunità di avere tanta esperienza sia con i bambini che con la realtà scolastica algherese.
D – Come era organizzata la scuola dell’infanzia?
Il progetto sperimentale de “la Costura” era organizzato affinchè i bambini potessero apprendere ogni giorno il 60% in lingua algherese, il 30% in lingua italiana ed il 10% in lingua inglese; infatti sono state indispensabili altre due figure educative per affiancare i bambini nella loro crescita, Laura Corbia, insegnante che si rivolgeva solo in lingua italiana e Anna Moccia che parlava ogni giorno per un’ora in lingua inglese. I bambini si dovevano rivolgere alle tre insegnanti con la lingua che le caratterizzava e le insegnanti non dovevano mai rispondere in una lingua che non fosse la loro. Questo per sviluppare il loro cervello ad un’acquisizione liguistica a 360°.
Il lavoro richiedeva molte ore di preparazione, molte traduzioni, in quanto non c’erano materiali didattici in lingua catalana di alghero, ed allora, oltre a riportare canti, storie, poesie, racconti, schede in algherese, dovevamo fare programazioni didattiche in tre lingue, praticamente si lavorava continuamente! I problemini ci sono stati come in tutte le cose che richiedono tempo e dedizione, soprattutto di burrocrazia lenta.
D- Come si è sviluppato il progetto? Quali problemi avete incontrato?
La Costura è durata con questa organizzazione due anni stupendi anche se faticosi, ma ha continuato in seguito adattandosi agli orari della scuola che l’ha ospitata, in quanto, purtroppo, non garantiva l’aiuto economico per retribuire tutte e tre le insegnanti. I bambini venivano inseriti nell’intersezione, con le altre insegnanti della scuola, per apprendere le altre lingue ed il resto delle ore acquisivano altre competenze in algherese.
D- Perché oggi non c’è più?
La Costura dura con le sole forze della scuola per dodici lunghi anni, ma il progetto viene chiuso in seguito alla mia seconda gravidanza; al mio rientro dalla maternità era stata presa la decisione di tenere la classe ed essere inserita nel progetto comune. C’è da dire che in tutti gli anni successivi, più nessuno, nè dalla Generalitat de Catalunya, che ha sempre avuto un ruolo fondamentale a livello non solo economico fin dall’inizio dell’accordo, nè dal Comune di Alghero, c’è stato più nessun interesse ad aiutare il progetto, quindi la scuola non è responsabile della fine del progetto ma la mancanza di interesse di chi le aveva dato un’opportunità dodici anni prima.
D- Cosa si può imparare da quella esperienza?
Dall’esperienza del progetto linguistico più bello del mondo, si può imparare che i bambini apprendono veramente in fretta tutto ciò che nella semplicità e nel divertimento, col gioco e l’allegria gli si regala. Sono stati anni indimenticabili, l’interazione con i bambini era fantastica, si era creato un rapporto singolare non solo con i bambini ma anche con le loro famiglie, diventate loro stesse promotrici del progetto, avevamo 21 bambini nella classe anche se le richieste aumentavano ogni anno. Il progetto farà parte di me per sempre! Auguro a tutti di vivere la lingua con i bambini ogni giorno semplicemente parlando.