
Qualche giorno fa ho parlato a lungo al telefono con un amico che vota MoVimento5stelle (M5S). Gli ho raccontato che, da consigliere comunale che ha a cuore la sua città, ho chiesto subito ai parlamentari e senatori cagliaritani del M5S se ci potevamo incontrare, e che ancora non ho ricevuto alcuna risposta, a parte una generica disponibilità. Gli ho anche raccontato che una deputata, Paola Pinna, appena sono diventato consigliere comunale, mi ha contattato insieme ad alcune sue colleghe e colleghi di concorso, e subito mi sono interessato al loro caso e subito li ho incontrato.
Ma il bello dell’incontro è stato altro. Il mio interlocutore, felicemente sorpreso che considerassi il M5S un interlocutore politico, ha voluto approfondire i contenuti politici dello stesso. Abbiamo discusso a lungo, di ciò che non mi piace e di cosa è interessante.
Su due temi ci siamo infervorati: la politica economica ed il 25 aprile. Vi propongo due post di Beppe Grillo ed i miei commenti.
Gli italiani non votano a caso, queste elezioni lo hanno ribadito, scelgono chi li rappresenta. In Italia ci sono due blocchi sociali. Il primo, che chiameremo blocco A, è fatto da milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati, spesso laureati, che sentono di vivere sotto una cappa, sotto un cielo plumbeo come quello di Venere. Questi ragazzi cercano una via di uscita, vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo, costruire una Nuova Italia sulle macerie. A questo blocco appartengono anche gli esclusi, gli esodati, coloro che percepiscono una pensione da fame e i piccoli e medi imprenditori che vivono sotto un regime di polizia fiscale e chiudono e, se presi dalla disperazione, si suicidano. Il secondo blocco sociale, il blocco B, è costituito da chi vuole mantenere lo status quo, da tutti coloro che hanno attraversato la crisi iniziata dal 2008 più o meno indenni, mantenendo lo stesso potere d’acquisto, da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili, dagli evasori, dalla immane cerchia di chi vive di politica attraverso municipalizzate, concessionarie e partecipate dallo Stato. L’esistenza di questi due blocchi ha creato un’asimmetria sociale, ci sono due società che convivono senza comunicare tra loro. Il gruppo A vuole un rinnovamento, il gruppo B la continuità. Il gruppo A non ha nulla da perdere, i giovani non pagano l’IMU perché non hanno una casa, e non avranno mai una pensione. Il gruppo B non vuole mollare nulla, ha spesso due case, un discreto conto corrente, e una buona pensione o la sicurezza di un posto di lavoro pubblico. Si profila a grandi linee uno scontro generazionale, nel quale al posto delle classi c’è l’età. Chi fa parte del gruppo A ha votato in generale per il M5S, chi fa parte del gruppo B per il Pld o il pdmenoelle. Non c’è nessuno scandalo in questo voto. E’ però un voto di transizione. Le giovani generazioni stanno sopportando il peso del presente senza avere alcun futuro e non si può pensare che lo faranno ancora per molto. Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch’essi dalle tasse. E’ una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza.
Il messaggio che arriva con questo post è che gli stipendi e le pensioni pubbliche sono il modo per trovare i soldi per fare il reddito di cittadinanza. Sono contrari. Sono per un tetto a retribuzioni dei manager, e l’ho dimostrato con la mia attività http://www. enricolobina.org/wp/2013/01/15/mozione-sui-compensi-dei-manager-impegno-mantenuto/, ma qua stiamo parlando d’altro.
Grillo è contrario alla patrimoniale e non parla mai in modo plateale di lotta all’evasione? Sarebbero due primi modi per recuperare qualche soldo. Io sono a favore della requisizione delle terze case sfitte. Grillo non so. Io sono a favore di una forte e netta lotta alla mafia, ma Grillo non mette questi temi al centro dell’agenda politica.
Non sarebbero tutti modi per recuperare tanti miliardi di lire da destinare al reddito di cittadinanza? Su altri temi (TAV, missioni militari) io ed il M5S la pensiamo allo stesso modo ma, con post di questo tipo, Grillo dimostra di essere, per alcuni aspetti, assai pericoloso.
nella rielezione di Napolitano e il passaggio di fatto a una Repubblica presidenziale il 25 aprile è morto, nell’abbraccio tra Bersani e Alfano il 25 aprile è morto, nella mancata elezione di Rodotà il 25 aprile è morto, nella resurrezione di Amato, il tesoriere di Bottino Craxi, il 25 aprile è morto, nei disoccupati, nelle fabbriche che chiudono, nei tagli alla Scuola e alla Sanità il 25 aprile è morto, nei riti ruffiani e falsi che oggi si celebrano in suo nome il 25 aprile è morto,
nel grande saccheggio impunito del Monte dei Paschi di Siena il 25 aprile è morto, nel debito pubblico colossale dovuto agli sprechi e ai privilegi dei politici il 25 aprile è morto, nei piduisti che infestano il Parlamento e la nazione il 25 aprile è morto, nelle ingerenze straniere il 25 aprile è morto, nella perdita della nostra sovranità monetaria, politica, territoriale il 25 aprile è morto, nella Repubblica nelle mani di Berlusconi, 77 anni, e Napolitano, 88 anni, il 25 aprile è morto, nei processi mai celebrati allo “statista” Berlusconi il 25 aprile è morto, nella trattativa Stato – mafia i cui responsabili non sono stati giudicati dopo vent’anni il 25 aprile è morto, nel milione e mezzo di giovani emigrati in questi anni per mancanza di lavoro il 25 aprile è morto, nell’indifferenza di troppi italiani che avranno presto un brusco risveglio il 25 aprile è morto. Oggi evitiamo di parlarne, di celebrarlo, restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti. Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere.
organizzo il 25 aprile, e se Grillo dice che il 25 aprile è morto, e poi non dice che è vivo, e dove è vivo, allora, per i meccanismi della comunicazione pubblica, vuol dire che per lui non è vivo da nessuna parte. E se lo fa proprio il 25 aprile, allora è anche peggio.
E lo dice uno che ha discusso pubblicamente, ed anche scritto, su come la costituzione sostanziale italiana sia contraria a quella formale etc.
Per me il 25 aprile è vivo nelle lotte di ogni lavoratore e lavoratrice, nella militanza antifascista che si fa nelle strade o con la mente, nel lavoro quotidiano per cambiare la società. Se si distrugge tutto, dalle macerie non nasce nulla. Se si distrugge, e si sa come ricostruire, allora possiamo fare molti passi in avanti.Considero scorretto e triste per la libertà che i parlamentari e senatori cagliaritani 5 stelle, che non sono pochi, non fossero con noi in piazza il 25 aprile, e magari anche con 150 antifascisti il 28, pronti a contestare i fascisti, a costo di essere denunciati. Perchè ormai, così come quelli del PD, bisogna vedere dove sono e dove non sono.
