Chi sta fuori e chi sta dentro? Il sindacato serve ancora?
Presentazione del libro “Organizziamoci – Giovani ed il sindacato dei mille lavori”
Venerdì 23 gennaio, ore 18, via Mandrolisai 60 – Circolo Me-Ti
Partecipano Gianfranco Bitti, Andrea Brunetti (co-autore del libro) e Michele Carrus (Segretario Generale della CGIL Sardegna)
Nell’era della precarietà eterna della riforma del lavoro (jobs act) il sindacato potrà avere ancora un ruolo? Difficile prevederlo, considerato che organizzare il lavoro precario e disperso, sempre più diffuso, sembra una missione impossibile. Però dobbiamo farlo.
Di sicuro bisogna porsi pochi obiettivi, ma chiari. Unificare il lavoro, rivoluzionare l’organizzazione e la trasparenza totale sono i nostri obiettivi.
Uni¬ficare il lavoro significa parlare a tutti coloro che hanno meno di 40 anni, non hanno sindacato e non lo possono avere. È la parte più sfrut¬tata del mondo del lavoro, e non lo rappresentiamo. Unificare il lavoro è il primo, unico, grande obiettivo.
I sindacati immagini¬no una politica economica europea che abbia come obiettivo la piena occupazione, non i tagli della spesa pubblica perché così, secondo la Bce (Banca Centrale Europea), si ferma l’inflazione. Unificare il lavo¬ro significa coinvolgere direttamen¬te i lavoratori di terza generazione e il popolo delle partite Iva, sempre più proletarie.
Dobbiamo riprendere il mutualismo ed il con¬cetto di sindacato di mestiere. Pro¬vando a introdurre, subito e ades¬so, nuovi diritti nei nuovi lavori.
Rivoluzionare l’organizzazione si¬gnifica diminuire i funzionari, sviluppare al massimo l’utilizzo delle nuove tecnologie, svecchiare l’apparato. Con le risor¬se risparmiate si creino le casse di resistenza, pronte a dare da man¬giare a coloro che, senza alcuna copertura (cassa integrazione etc.), sono pronti a lottare per affermare i propri diritti.
La trasparenza totale è la terza necessaria rivoluzione.
La Sardegna, in più, ha una propria specificità. La situazione economica e sociale è devastante e per molti versi già devastata. Non si può rispondere alla fine di un modello di sviluppo con la difesa di quello stesso modello. Su questo aspetto siamo al capolinea. In Sardegna, questa deve essere la nostra prima priorità.
Vogliamo parlarne, e poi passare dalla teoria alla pratica. Vogliamo la nuova classe dirigente. Ne parliamo venerdì sera in via Mandrolisai 60, con illustri ospiti e compagni di cammino. Ti aspettiamo.
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