Da quando faccio politica ho pensato che tra i lavoratori, e chi dà il lavoro, ci fosse una differenza enorme: da una parte chi il coltello dalla parte del manico, e dall’altra chi deve accettare (quasi) tutto.

Quando sono diventato consigliere comunale, ho pensato che l’amministrazione avrebbe cercato di lottare contro il lavoro nero, contro il precariato e per dare dignità al lavoro.

Abbiamo cominciato eliminando il lavoro interinale dal comune di Cagliari, con un’azione politica mia e di qualeh altro consigliere (è tutto tracciato, potete verificare in questo sito).

Poi però sono cominciati i dolori: ricordo la lettera aperta rivolta al Sindaco dopo qualche ora che assistetti ad una grande assemblea dei lavoratori del comune, che dichiararono lo stato di agitazione, il primo dopo tantissimi anni.

Sono dipendente pubblico, e so cosa significa perdere una giornata di lavoro perchè si sciopera.

Poi ci sono stati i dipendenti della Società Ippica (prima 5, ora 1), ma soprattutto la lotta delle cooperative che gestissono il servizio bibliotecario del comune di Cagliari. Oggi fanno lo stesso lavoro di prima, ma con un contratto che fa guadagnare molto di meno: il contrario dell’eguaglianza e del progresso.

O vogliamo citare i lavoratori del Teatro Lirico, fondazione il cui presidente è il Sindaco di Cagliari? A parte quelli che sono già a casa (i precari, i temporanei), chissà cosa succederà l’anno prossimo, quando si vedranno gli effetti finanziari di questa stagione disastrosa. Ed al solo pensare di rimanere io, come loro, senza stipendio per molti mesi, rabbrividisco.

Nel mezzo, confuse notizie di cooperative sociali del Comune di Cagliari che non pagano il TFR ai lavoratori, e non pagano lo straordinario. O le notizie sulla professionalità e sulle condizioni di lavoro negli asili e scuole dell’infanzia convenzionate col comune…… In più strane voci sui dipendenti delle ditte che si occupano della raccolta e smaltimento rifiuti, nonchè dello spazzamento.

E la notizia che le ditte che si occupano della pulizia dei locali comunali hanno diminuito l’orario di lavoro e là si fa la fame. Ma fame davvero: non si arriva a fine mese con il cibo, e ci sono famiglie con bambini di mezzo.

Ma in mezzo c’è anche una mozione sul lavoro nero e sul controllo degli appalti, il sottoscritto primo firmatario, che ancora deve vedere attuazione. Ci abbiamo lavorato mesi, ma dubito che avrà un’attuazione.

In mezzo c’è anche un annuncio, un pò naif e sicuramente in buona fede, della commissione pari opportunità, che cercava lavoratori della cultura….per lavorare gratis! Tanto, si sa, di cultura non si mangia, e poi si fanno un pò di pubblicità….

E da ultimo (ma qualcosa di sicuro la sto dimenticando), la notizia che ieri sarebbero stato utilizzati lavoratori interinali per sostituire lavotaroi del CTM in sciopero.

Il fatto è che si dovrebbe unire, invece che dividere, e proprio a partire dal pubblico e da quei luoghi governati dalla cosiddetta sinistra. Ma forse, nell’epoca in cui la sinistra renziana fa la riforma del lavoro più di destra di sempre, sono io ad essere un po naif.

Non pensavo che sarebbe andata così. E sia chiaro, non ne ha una colpa particolare il sindaco: è veramente l’intero quadro politico che non assume il tema come dirimente.

Qualche settimana fa Maurizio Landini ha parlato di “coalizione sociale”. Ecco, chi crede in quel concetto e sta dalla parte dei lavoratori dovrebbe provare a mettere insieme tutte quelle figure, ad unirle ed unificarle. E’ il mio sogno: sarei uno degli uomini più felici al mondo.

Ed invece vedo il contrario, in consiglio comunale ma anche fuori. Vedo subalternità: alla fine è agli stessi lavoratori che non interessa quello che succede al lavoratore che vede per strada, o che sta al suo fianco ma ha un altro contratto.

C’è molto da fare, ma se non si comincia si continua ad affondare. Io continuerò a provarci.