Oggi 28 febbraio 2013, in conferenza dei presidenti di gruppo, ho presentato la richiesta ufficiale che si svolga un dibattito sul rapporto tra capitale della Sardegna e Università. Vi propongo il documento presentato, dal quale traspaiono le mie posizioni.

Enrico Lobina

 

 

Dibattito pubblico sull’Università di Cagliari – Proposta alla conferenza dei capigruppo

 

L’Unione Europea (UE), mediante il Consiglio Europeo del 2000, decise che l’UE sarebbe dovuta diventare la “più competitiva e dinamica economia della conoscenza entro il 2020”. Nacque la “strategia di Lisbona”.

È il momento di fare un bilancio di quella strategia. Nonostante gli obiettivi non siano stati raggiunti, deve rimanere l’impegno a puntare sulla conoscenza e sull’alta formazione quale leva fondamentale per la formazione di una piena cittadinanza e per il raggiungimento del benessere collettivo.

Con questo spirito, il processo di Barcellona (1995) ed il successivo progetto di Unione per il Mediterraneo, nonché il progetto ENPI (European Neighbourhood Partnership Instrument), pongono l’alta formazione e l’economia della conoscenza tra i propri principi guida. Nel Mediterraneo, insomma, l’UE vuole giocare l’asset della conoscenza e dell’alta formazione come occasione di crescita positiva e cooperativa.

La Sardegna ha, in tema di dispersione scolastica e di formazione universitaria e post-universitaria, notevoli difficoltà.

Abbiamo i tassi di dispersione scolastica più alti d’Italia e d’Europa. La percentuale di laureati sul totale della popolazione è tra le più basse d’Italia e d’Europa. I laureati hanno difficoltà a trovare lavoro.

All’interno di questo contesto si inserisce l’Università di Cagliari ed il tema del suo rapporto con la capitale della Sardegna.

L’Università di Cagliari nacque nel 1620, fondata da Filippo III di Spagna. Nel corso dei secoli l’Università ha seguito l’evoluzione storica della Sardegna. Circa 10 anni fa l’Università sfiorava la soglia che identifica i mega atenei: 40.000 studenti.

Cagliari è, quindi, una città universitaria o, meglio, lo è nei fatti. Dal punto di vista concettuale e progettuale, infatti, Cagliari non ha mai riflettuto in modo approfondito, strategico, sul rapporto con l’Università. Stiamo discutendo di vision, nonché di aspetti legati allo sviluppo economico, sociale, culturale e urbanistico della città.

Allo stesso tempo, l’Università di Cagliari, insieme all’intero sistema della formazione, conosce una grave crisi. Oggi gli studenti sono circa 30.000, con una diminuzione di quasi il 25%, e, nonostante la stabilità di bilancio, attraversa un periodo negativo di transizione. L’intero sistema universitario è in discussione.

Cagliari non può avere un futuro senza l’Università. L’Università non ha un futuro senza un legame profondo, nuovo, con la capitale della Sardegna.

Nel marzo del 2012 è stato firmato un protocollo d’intesa tra l’Università di Cagliari ed il Comune. Nelle dichiarazioni programmatiche il sindaco ha affermato che “non siamo […] per un modello socio-assistenziale passivo ma fortemente attivo, responsabile e coinvolgente. La nostra sfida è […]  rendere la scuola il luogo dove non solo si forma la persona ma dove si diventa cittadini consapevoli, certi che come dimostrano tutti gli studi condotti il sistema formativo ed educativo diffuso eccellente sia il presupposto per politiche di crescita economica”.

Vi è la necessità, quindi, di un impegno solenne e fattivo, mediante obiettivi concreti e di alto livello, per fare di Cagliari una città in cui il sapere universitario e l’alta formazione siano elemento di cittadinanza diffuso e di creazione di ricchezza. Il concetto di “smart city” lo impone. La programmazione 2014-2020, il Mediterraneo ed il confronto, e se necessario lo scontro, con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca), sono elementi cardine di una discussione strategica.

È bene, altresì, che i temi del diritto allo studio, delle strutture, dell’integrazione urbanistica e sociale tra mondo studentesco ed accademico e città, siano anch’essi affrontati.

 

La Conferenza dei capigruppo, quindi, ritiene utile la preparazione di un dibattito in Consiglio Comunale su questi temi, che veda coinvolte le seguenti autorità:

–          Sindaco;

–          Rettore dell’Università;

–          Consiglio comunale;

–          Giunta;

–          Un rappresentante del Consiglio degli studenti;

–          Presidente dell’ERSU;

–          Un rappresentante degli studenti nel CdA ERSU;

–          Un ricercatore;

–          Assessore regionale alla pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.

 

Obiettivi

L’obiettivo di lungo periodo, per il quale darsi obiettivi intermedi, è di far tornare l’Università al numero degli studenti conosciuto negli ultimi decenni, al netto del declino demografico che la Sardegna conosce.

Un altro obiettivo di lungo periodo deve essere quello di rendere l’Università di Cagliari una delle migliori e più accoglienti del Mediterraneo.

L’ultimo obiettivo di lungo periodo deve essere quello di impedire la selezione di classe che, ancora, sussiste nella formazione superiore.

Su questi obiettivi di lungo periodo potrebbe non esservi la convergenza di tutti gli attori. In questo senso, sarebbe bene preparare l’incontro, sia con un incontro con il Sindaco, che aggiorni anche sull’andamento delle relazioni con l’Università di Cagliari, sia con tutte le attività preparatorie che si rendano necessarie.

Un obiettivo specifico, da raggiungere entro l’anno, è la tessera dello studente. Si tratta di dare allo studente sardo la stessa possibilità che i colleghi, europei e non, hanno di visitare musei, biblioteche, palazzi ed edifici storici gratis, in quanto studenti, senza considerare tutti i servizi che la nostra città offre e che potrebbero essere catalizzati lì, in un’unica tessera.

 

 

Enrico Lobina

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