
Care e cari,
la Giunta Comunale, ad agosto, ha presentato una delibera sugli orti urbani, comprensiva di una proposta di regolamento. Ve la propongo al termine dell’articolo.
A tal proposito, ho preparato delle osservazioni, che nascono sia da interlocuzioni politiche che da incontri e discussioni svolte in queste settimane.
Enrico
La Deliberazione della giunta n. 157 del 4 agosto 2011 è una “Proposta al consiglio comunale di regolamento per la realizzazione degli orti urbani nel territorio della città di Cagliari”. Alla Deliberazione è allegata una bozza di regolamento.
La proposta è di per sé positiva, e risponde sia alle esigenze di una migliore utilizzazione dello spazio comunale che di un aumento della socialità nel Comune di Cagliari. Come specificato nell’art. 1 della bozza di regolamento, infatti “nell’ambito delle azioni di valorizzazione ed incentivazione delle attività sociali e socializzanti, miranti al mantenimento degli individui nel loro ambito territoriale e favorendo, al contempo, il proficuo impiego del tempo libero a vantaggio della persona e della più ampia collettività l’Amministrazione Civica di Cagliari destina ad orti urbani appezzamenti di terreno di proprietà comunale”.
All’interno di un progetto, quindi, di cui si condividono le finalità, si compiono alcune osservazioni.
Progetto pilota
Si tratta del primo esperimento di orti urbani nella città di Cagliari. Sarebbe, quindi, opportuno prevedere un periodo di rodaggio. Si può cioè immaginare di programmare uno o due progetti pilota, in seguito ai quali il regolamento può essere rivisto e l’intero sistema degli orti urbani aggiornato.
Si veda, a tal proposito, l’art. 15 del Regolamento.
No profit (con possibilità di baratto)
Prevedere la possibilità che gli assegnatari degli appezzamenti possano vendere il prodotto degli orti complicherebbe notevolmente il lavoro di disciplinamento della materia. Lo stesso aspetto principale degli orti urbani, cioè quello sociale, ne risulterebbe offuscato. Si potrebbero, però, immaginare delle forme di baratto del prodotto tra gli stessi assegnatari, anche attraverso incontri, “feste del raccolto”.
Orti urbani e orti/giardini di prossimità
Prevedere sia orti urbani che orti/giardini di prossimità risponderebbe a richieste parzialmente diverse. È bene, quindi, prevedere tutti e due le fattispecie.
Da una parte si potrebbe prevedere una manifestazione di interesse ed un relativo bando per gli orti urbani in senso stretto. Nel bando dovrebbero essere individuate le aree interessate, nonché il numero di appezzamenti messi a bando e gli altri aspetti relativi alla gestione.
Dall’altra, invece, si potrebbe prevedere una manifestazione di interesse per la cura di spazi comunali incolti di prossimità, che vengono presi in cura da gruppi organizzati di persone che abitano vicino a tali spazi. La manifestazione di interesse potrebbe essere libera, cioè con la possibilità di individuazione autonoma dell’area, e successivamente si potrebbe procedere o alla stesura del bando o all’assegnazione dello spazio congiuntamente individuato. Oltre gli orti urbani di prossimità, si possono ammettere attività di abbellimento del territorio comunale (giardinaggio etc.).
Processo partecipativo
Sia la stesura definitiva del regolamento, che la stesura dei bandi e la gestione degli orti, necessitano di un processo partecipativo, che comprenda anche momenti di comunicazione e sensibilizzazione, affinché la regolamentazione sia il risultato di un’attività per cui l’amministrazione comunale accompagna la comunità alla presa di decisioni, e non una imposizione.
Esistono associazioni a Cagliari impegnate in questo settore.
Durante la fase pilota meglio i gruppi che i singoli
Per l’amministrazione comunale è più difficoltoso trattare coi singoli che con gruppi, seppure formatisi in maniera informale ed al solo scopo di partecipare al progetto orti urbani. Dare in gestione un orto urbano, diviso in vari appezzamenti, ad un gruppo permette una gestione più veloce ed efficiente, nonché la previsione di alcuni servizi comuni.
In alternativa, si possono immaginare dei percorsi partecipativi per cui dei singoli che hanno presentato una manifestazione di interesse vengono inseriti all’interno di gruppi.
Acqua
L’amministrazione deve regolamentare la fornitura di acqua, elemento essenziale per lo sviluppo di un orto urbano. Quasi tutti i regolamenti sugli orti urbani d’Italia prevedono che l’amministrazione comunale metta a disposizione degli orti dotati di rete idrica. Ricordiamo che gli assegnatari sono tenuti al pagamento di un canone.
Deposito attrezzi e infrastrutture
È necessario prevedere un deposito attrezzi, anche comune. Il deposito attrezzi potrebbe essere anche un container, cioè una struttura che non prevede volumetrie. Questi spazi potrebbero diventare anche luoghi di socialità.
L’amministrazione deve regolamentare anche la gestione dei rifiuti.
Biologico
Il Regolamento prevede, all’articolo 10, che gli orti siano “coltivati biologicamente”. La coltivazione biologica è regolata da precisi regolamenti comunitari, che prevedono un processo di certificazione, i quali sarebbero troppo onerosi per gli assegnatari. Si può prevedere un disciplinare sulle modalità di coltivazione, insieme a 4-6 ore di formazione sulle modalità di coltivazione e gestione dell’orto. Detta formazione potrebbe essere a cura del Servizio Verde del Comune.

Segnaliamo la mozione da noi presentata al Comune di Nuoro. Abbiamo preso spunto dalla proposta della Giunta cagliaritana, ma abbiamo apportato alcune modifiche sostanziali al regolamento, soprattutto per via delle diverse esigenze territoriali.
http://www.ideacomune.net/lista_civica_nuoro/?p=3381
Bene. Sono a disposizione per confronti/discussioni.
Enrico Lobina
Salve sto apprendendo ora di questa bella iniziativa, mi chiedevo dove poter fare domanda per partecipare a questi orti urbani, e se sono rivolti solo ai residenti del comune di cagliari o anche dei comuni limitrofi. Io abito a sestu, sono disoccupata e mi piace molto l’agricoltura ho anche seguito qui a sestu un corso di agricoltura sinergica e per alcuni anni avevo un terreno gestione che mi hanno tolto per poter accedere a agevolazioni sulla semina del grano!
Grazie
Daniela
Cara Daniela,
il primo bando pilota sarà rivolto ad associazioni e comitati, e non vi sarà il limite della residenza.
Ancora, però, dovremmo aspettare un pochino per avere il primo bando.
E.L.