COMUNICATO STAMPA
Alcune puntualizzazioni sulle requisizioni abitative
La proposta sulla requisizione temporanea delle terze case sfitte, lanciata recentemente dal consigliere Enrico Lobina, ha fatto molto parlare di sé. Il nostro obiettivo è affrontare concretamente l’emergenza abitativa. Se la ricerca di soluzioni dovesse passare per un acceso dibattito ben venga.
Alcuni cittadini, riferendosi alle requisizioni, hanno parlato a sproposito di abbattimento o messa in pericolo della proprietà privata. Si tratta di una affermazione poco sensata, estremamente miope o fatta in mala fede. La differenza tra la sottrazione permanente di tutte le case o le altre proprietà di valore, e la requisizione temporanea di una terza casa sfitta da almeno un anno, per 18 mesi e in caso di emergenza, son due cose differenti.
Esiste l’istituto della requisizione in proprietà, previsto dall’art. 835 del c.c., che a differenza di quella temporanea, sottrae la proprietà del bene al privato per trasferirla ad una amministrazione pubblica dietro indennizzo. Si tratta di tutt’altra questione.
La requisizione in oggetto, invece, servirebbe a fornire un’abitazione per un breve periodo a chi, in un periodo di forte crisi economica, non ha risorse per pagare un affitto a prezzo di mercato.
La requisizione è caratterizzata da una temporaneità intrinseca, dalla eccezionalità del periodo di crisi economica, dal fatto che colpirebbe una terza casa inutilizzata e dalla indigenza delle famiglie.
Non è un provvedimento che elimina la proprietà privata.
Alcuni hanno parlato di provvedimento bolscevico e scomodato categorie politiche come quella del comunismo. La verità è che uno dei più noti tra coloro che hanno fatto ricorso a questo istituto è stato Giorgio La Pira, storico e amatissimo sindaco democristiano della Firenze del dopoguerra. Utilizzarlo, quindi, avrebbe più a che fare col buon senso, l’etica cristiana e un pizzico di coraggio politico che col marxismo rivoluzionario.
Lanciare la requisizione temporanea come tema non significa immaginarla come unico strumento possibile per affrontare e risolvere le problematiche abitative del Comune di Cagliari. Insieme ad altri abbiamo da tempo lanciato l’ipotesi di costituire una Agenzia Comunale per facilitare la locazione agevolata di immobili, sul modello dell’Agenzia Torinese “Lo.ca.re.”.
Siamo convinti della bontà della proposta. Dobbiamo usare gli strumenti a nostra disposizione per dare una casa a ogni essere umano.
Bisogna affrontare la questione di petto e utilizzare le agenzie locative, una nuova politica di edilizia residenziale pubblica, l’housing sociale, le requisizioni e tutti gli strumenti disponibili per risolvere quella che è oggettivamente una emergenza sociale imponente.
Il coordinamento cittadino della Federazione della Sinistra
Cagliari, 22 gennaio 2013
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