Interrogazione urgente al Sindaco sul lavoro integrato socio sanitario e ambulatorio di strada
“Questa è la storia di un vinto
ce ne sono tanti, purtroppo, che sognano una casa, una famiglia,
invece trovano l’abbandono e la disperazione.
Non sono loro le vittime, sono io, siamo noi
perchè non ci rendiamo conto dell’indifferenza”
Don Andrea Gallo
Premesso che
I Comuni della Sardegna, rispetto alla media nazionale, si trovano in una condizione di grande “deprivazione” e gli indicatori di “svantaggio relativo” mostrano una situazione di condizione socio-economica nettamente inferiore rispetto al resto d’Italia.
La povertà relativa coinvolge il 12,7% delle famiglie, e la povertà assoluta il 6,8%. Oltre che tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), la povertà assoluta aumenta tra gli impiegati (dall’1,3% al 2,6%) e tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%). 147 mila famiglie sarde sono sotto la soglia di povertà, ed oltre 350mila sardi (il 20,7%) sono classificati dall’Istat dentro la categoria della povertà relativa.
Secondo alcuni calcoli i senza fissa dimora sulla popolazione residente sarebbero lo 0,028%. A Cagliari e interland ammonterebbero a circa 100 unità.
Secondo la ASL, tuttavia, considerata l’attuale crisi in atto, il numero su indicato viene considerato calcolato per difetto. Una stima ufficiale aggiornata prevede 1 individuo senza fissa dimora ogni 1000 abitanti. Ciò dovrebbe generare, quindi, circa 420 persone senza fissa dimora a Cagliari e hinterland.
Il Sindaco è la più alta autorità di governo in campo sanitario.
Il pronto intervento sociale rappresenta, secondo la LR 23/2005, un livello essenziale di assistenza.
Alla luce di questo inasprimento della crisi, dal 13 febbraio 2013 la ASL è impegnata in una serie di perlustrazioni nel territorio. Lo scenario si è rivelato più ampio e variegato delle attese, presentando oltre a numerosi immigrati anche molti cittadini europei e italiani in una condizione di ”nuova povertà”. Il progetto ha così acquisito una nuova dimensione, concretizzatasi in una mappatura congiunta del territorio e l’offerta non solo sanitaria ma anche sociale. Il mezzo della ASL, insieme ad un mezzo di volontari appartenenti del Comune, ha attraversato la città nelle sue realtà più nascoste e gli operatori sanitari e sociali insieme hanno incontrato, ascoltato, offerto assistenza medica di base e orientato alla fruizione dei sevizi sia sociali che sanitari.
Per istituzionalizzare il servizio l’amministrazione dovrebbe compiere diversi atti amministrativi conseguenti.
Con il termine “senza dimora “ vanno compresi, oltre a chi vive per strada (panchine, cavalcavia, portici) anche quelle persone le quali, pur avendo un tetto, sono in condizioni di isolamento totale a causa della mancanza di spazi dove costruire relazioni sociali, e vivono in spazi privi di condizioni minime di adeguatezza: garages, vagoni ferroviari dismessi, cabine Enel dismesse, centri di accoglienza. La fragilità sociale si accompagna spesso alla fragilità sanitaria che le precarie condizioni di vita aggravano.
Le tipologie delle persone che occupano tali luoghi sono: senza tetto abituali, sofferenti mentali, stranieri clandestini, anziani, donne sole, prostitute, tossico e alcool dipendenti, giovani allontanati dalle famiglie a causa dei problemi relativi alla dipendenza da sostanze.
Il servizio politiche sociali osserva una progressiva riduzione dell’età media tra i senza fissa dimora e la presenza di donne. È cresciuto il numero delle donne, alcuni hanno un titolo di studio superiore, vi è un alto numero di stranieri, la presenza di sieropositivi, di alcolisti dichiarati, persone tossicodipendenti, ex ricoverati in ospedale psichiatrici, sofferenti mentali. Alcuni sono stati allontanati dalla famiglia perché tossicodipendenti o sieropositivi. Altri, considerati un peso eccessivamente oneroso, sono stati abbandonati dalla famiglia in età evolutiva. Alcuni sono figli di genitori a loro volta senza fissa dimora. Per altri la strada è stata una conseguenza della disoccupazione .
Potendo avere risposta a diritti fondamentali come casa, lavoro e accesso ai servizi di base, molte persone senza dimora non sarebbero tali, ed avrebbero in sé tutte le risorse necessarie per riprendere un cammino di autonomia sostenibile. Per loro poter disporre di punti di riferimento sociali e relazionali è fondamentale.
considerato che
Il lavoro integrato di strada può essere considerato un osservatorio dei soggetti fragili, atto a raccogliere la domanda di salute, facilitare l’emersione dei bisogni e decongestionare o prevenire accessi impropri. Il lavoro integrato di strada può partecipare alla costruzione di interventi mirati di prevenzione primaria e secondaria e favorire il controllo e governo delle patologie emergenti e riemergenti in questa parte della popolazione: TBC, LUE, HIV e scabbia.
Il lavoro di strada favorisce l’accesso ai servizi sociali e sanitari, agli spazi di accoglienza temporanei, consente la veicolazione di informazioni di base su comportamenti che mettono a rischio la salute.
La crisi economica, ed abitativa, porterà verosimilmente ad un aumento dei senza fissi dimora;
Da diverse settimane questo servizio non si avvale più della collaborazione del servizio emergenza, prestato in forma volontaria, del comune di Cagliari.
Tutto ciò premesso e considerato, si interroga il Sindaco
§ Sulla possibilità di trovare soluzioni temporanee, almeno per il periodo invernale, per i senza fissa dimora, al fine di evitare che si aggravino le condizioni di chi è già in stato di gravissimo pregiudizio;
§ Sulla presenza nel PLUS di azioni specifiche integrate relative al lavoro di strada;
§ Sulla possibilità di attivare, anche in via ridotta, la collaborazione tra ASL e Comune in relazione al lavoro di strada che necessariamente dev’essere integrato, garantendo un servizio di importanza vitale a chi i servizi non riesce a raggiungerli in relazione all’ambulatorio di strada;
§ Sulle eventuali altre azioni che l’amministrazione intenda porre in essere.
Enrico Lobina
Davide Carta
Sergio Mascia
Giovanni Dore
Mondo Perra
Marisa Depau
Tags: lavoro integrato socio sanitario ; ambulatorio di strada ; cagliari ; sardegna ; politiche sociali ; enrico lobina ; mondo perra ; marisa depau 

[…] Il 4 febbraio 2014 abbiamo discusso in aula l’interrogazione di cui al link http://www.enricolobina.org/wp/2013/12/16/interrogazione-urgente-sul-lavoro-integrato-sanitario/ […]