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BILINGUISMU IN CASTEDDU – SA PROPOSTA DE DELIBERATZIONI

April 29th, 2014  |  Published in Cagliari, In evidenza, Politica

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Sa cida passada eus presentau una proposta da deliberatzioni “Indirizzi relativi alla definizione di un piano del Comune di Cagliari per la tutela e la rigenerazione della lingua sarda”

 

Dd’agattais innoi

 

Indirizzi relativi alla definizione di un piano del Comune di Cagliari

per la tutela e la rigenerazione della lingua sarda

 

Preambolo

Il 1 settembre del 1998 è entrata in vigore la “Carta europea delle lingue regionali e minoritarie”, che sancisce il diritto alla tutela e alla promozione delle lingue minoritarie storiche presenti sul territorio europeo.

Il 15 ottobre 1997 il Consiglio Regionale della Regione Autonoma della Sardegna ha approvato la LR 26 “Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna”, in cui si dichiara “di assumere come bene fondamentale da valorizzare la lingua sarda; di riconoscerne la pari dignità rispetto alla lingua italiana;”(art.2), definendo i compiti della Regione ed indicando gli strumenti operativi da utilizzarsi per perseguire le finalità e gli obiettivi indicati dalla legge.

 

In diciassette anni sono stati compiuti molti sforzi affinché la lingua sarda potesse essere considerata la lingua della Sardegna al pari di quella italiana. Nonostante ciò, eccetto rare e sporadiche manifestazioni, permane una situazione di diglossia tendente alla dilalia, che nel lungo periodo potrebbe portare al progressivo abbandono ed infine alla morte della lingua sarda.

 

Tale situazione mostra tutta la sua gravità nella città di Cagliari. Nel capoluogo, infatti, sono ancora radicati i pregiudizi e gli stereotipi legati all’uso della lingua sarda. Sono cliché negativi che non solo impediscono la diffusione del sardo come lingua d’uso comune, ma che spesso si convertono in vere e proprie prassi, che mettono a rischio la sopravvivenza del sardo.

 

Per queste ragioni, il Comune di Cagliari, conscio dello stato in cui versa la lingua sarda nel suo territorio, ha il dovere di prendere atto della situazione e di adottare dei provvedimenti idonei con l’intento di arrestare il declino del sardo, di invertire il trend negativo che si è venuto a creare, e di porre le basi per la realizzazione di un bilinguismo perfetto.

 

La deliberazione fornisce indirizzi per la definizione di un piano che abbia come obiettivo quello di contribuire alla tutela del sardo, alla sua diffusione e alla sua rigenerazione come lingua normale d’uso quotidiano. La certezza che la città di Cagliari possa giocare un ruolo importante in relazione all’introduzione del sardo come lingua d’uso normale a fianco all’italiano si accompagna alla consapevolezza un’azione di politica linguistica di tale portata necessita di un respiro più ampio che coinvolga l’intera Sardegna.

 

Gli indirizzi forniti individuano i seguenti 4 ambiti di intervento generali che il piano dovrà tradurre in programmi e azioni: Trasmissione della lingua; Azione culturale; Visibilità della lingua; Iniziative istituzionali.

 

 

Il Consiglio comunale

 

Visto che la ricerca sociolinguistica “Le lingue dei sardi” (2007), commissionata dalla RAS alle Università di Cagliari e Sassari, evidenzia come esista forte in Sardegna, e sia ampiamente diffuso, un atteggiamento favorevole all’utilizzo e al rafforzamento dell’uso del sardo;

Visto che la Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie (Consiglio d’Europa, 1992) impegna gli stati membri firmatari a proteggere e promuovere le lingue storiche regionali e di minoranza con il fine, da un lato, di conservare il patrimonio culturale europeo e, dall’altro, di rispettare il diritto di usare una lingua regionale, o di una minoranza, nella vita privata e pubblica;

Visto che la Costituzione della Repubblica Italiana Art. 6 recita: la Repubblica Italiana tutela con apposite norme le minoranze linguistiche;

Visto che la Legge n. 482/1999 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” stabilisce che sia funzione del Comune tutelare la lingua minoritaria e promuoverne e svilupparne un utilizzo normale;

Visto che con Legge n. 26/1997 la Regione Autonoma della Sardegna “assume come bene fondamentale da valorizzare la lingua sarda riconoscendole pari dignità rispetto alla lingua italiana (omissis)”;

Visto che il Comune di Cagliari, attraverso lo Statuto comunale, e attraverso la richiesta di inserimento nell’ambito territoriale di tutela della legge 482/99, ha esplicitamente riconosciuto il valore del sardo e il diritto all’uso del sardo in contesti pubblici e ufficiali, predisponendosi alla definizione di politiche comunali e azioni specifiche in tal senso;

Considerato che l’orientamento dell’Europa, come risulta dalla sopracitata “Carta europea delle lingue regionali o minoritarie”, è chiaramente quello di conservare le lingue minoritarie, di tutelarne l’uso e di garantire, ai parlanti, il diritto di utilizzare la propria lingua nei contesti pubblici e ufficiali;

Considerato che la Repubblica Italiana, attraverso l’art. 6 della Costituzione e tramite la legge 482/1999, riconosce e tutela i diritti dei cittadini italiani parlanti 12 lingue minoritarie, tra le quali il sardo, attraverso specifiche e concrete misure e attribuisce ai Comuni un ruolo chiave in relazione al perseguimento delle finalità della legge;

Considerato che, secondo quanto espresso nel preambolo della Carta Europea delle Lingue Minoritarie “il diritto di usare una lingua regionale o minoritaria nella vita privata e pubblica costituisce un diritto imprescrittibile, conformemente ai principi contenuti nel Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici delle Nazioni Unite e conformemente allo spirito della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del Consiglio d’Europa”;

Considerato che il sardo è la lingua regionale propria del territorio del comune di Cagliari e attualmente parlata da un significativo numero di cittadini cagliaritani nonché compresa dalla maggioranza della popolazione;

Considerato che la convenzione sulla protezione e la promozione della diversità culturale dell’UNESCO (20/10/20059) stabilisce che la diversità culturale deve essere considerata come un “patrimonio comune dell’umanità” e la sua “difesa come un imperativo etico, inseparabile dal rispetto della dignità della persona umana”;

Considerato che il riconoscimento istituzionale e legale del valore e dello status del sardo come lingua regionale meritevole di tutela e promozione attribuisce alle istituzioni pubbliche il dovere di attivare politiche per la conservazione, per la trasmissione intergenerazionale e per la valorizzazione del sardo, per quanto di propria competenza;

Considerato che il sardo rappresenta un elemento fondamentale dell’identità, del patrimonio culturale ma sopratutto rappresenta uno strumento importante attraverso il quale i cagliaritani si esprimono nella loro vita quotidiana e attraverso il quale formano ed esprimono la loro visione del mondo;

Considerato il ruolo centrale della città di Cagliari nelle dinamiche socio economico culturali che investono l’intera Sardegna e considerata dunque l’importanza che proprio Cagliari può giocare nella promozione dell’uso del sardo attraverso l’adozione di un piano per le politiche sulla tutela e sulla rigenerazione del sardo;

 

Delibera

di dare mandato alla Giunta perché predisponga un piano per per la tutela e la rigenerazione della lingua sarda, che tenga conto dei seguenti indirizzi e obiettivi generali:

 

 

1. Trasmissione della lingua: contribuire allo sviluppo dell’insegnamento del sardo nelle scuole cagliaritane stimolando le dirigenze didattiche affinché sensibilizzino gli scolari relativamente al valore del sardo e al suo utilizzo normale quotidiano e affinché informino adeguatamente i genitori sul diritto ad un’educazione bilingue, conformemente alla L 482/99; sostenere e sviluppare l’insegnamento del sardo presso gli adulti; programmare campagne informative, rivolte alle famiglie, sul valore e sui vantaggi del bilinguismo e stimolare i genitori sardofoni a utilizzare il sardo quotidianamente con i propri figli; predisporre programmi di formazione per il personale comunale; diffondere l’utilizzo del sardo sin dalla prima infanzia.

 

2. Azione culturale: costituire un fondo di testi scritti in sardo in tutte le biblioteche comunali; promuovere e sostenere le iniziative culturali pubbliche nelle quali il sardo sia utilizzato come lingua esclusiva o prevalente; predisporre un programma per l’utilizzo del sardo nelle grandi manifestazioni pubbliche promosse dal Comune; sostenere la trasmissione del patrimonio culturale immateriale (musica e danze tradizionali, poesia orale); valorizzare la produzione culturale e letteraria contemporanea in sardo.

 

3. Visibilità della lingua: promuovere la diversità linguistica e culturale come fattore di progresso sociale attraverso l’attribuzione di rango istituzionale al sardo rendendolo visibile nella comunicazione istituzionale e pubblica; sviluppare e rafforzare la segnaletica bilingue, andando oltre la toponomastica bilingue; introdurre l’utilizzo del sardo, accanto all’italiano, nell’informazione in uscita dal Comune, a tutti i livelli e su tutti i media (carta intestata, sito internet, campagne informative ecc…); incentivare l’uso del sardo nelle attività d’impresa e commerciali; promuovere le produzioni in lingua sarda legate all’informazione e all’intrattenimento con particolare riferimento all’utilizzo dei media di più ampia diffusione come TV, web, radio, cinema;
4. Iniziative istituzionali: promuovere la costituzione di una rete, su scala nazionale e internazionale, delle istituzioni che mettono in atto politiche per il bilinguismo; individuare risorse, derivanti da fondi europei, per realizzare politiche per la valorizzazione delle culture locali e delle lingue regionali.

 

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