Roberto Mulas, è stato al confine turco-siriano del Kurdistan, regione distribuita tra Siria, Iraq, Iran e Turchia, per documentare la situazione attuale.
Durante la presentazione interverranno:
-Nicola Melis , docente di Storia e Istituzioni del Vicino Oriente.
-Antonello Pabis, Presidente ASCE (Associazione Sarda Contro l’Emarginazione).
-Enrico Lobina, Consigliere Comunale – Cagliari
-Roberto mulas, autore delle foto.
Da Lice, paese di origine del PKK alle porte di Kobane, passando per il montuoso territorio dell’antica Amed, i festeggiamenti del Newroz, arrivati quasi ai 3mila anni, non ricordano più solo la deposizione del malvagio re Zuhak ma rappresentano oggi una lotta per l’autodeterminazione. Nei territori curdi, l’equinozio del mese di marzo esalta il grido di pace, la necessità viscerale dei sorrisi di poter esistere. Le didascalie e il senso semantico di esposizione raccontano come ancora la popolazione curda subisca un’intollerabile repressione da parte di uno stato tiranno che negli anni ha ucciso la gente e la dignità. Le immagini raccontano le feste politiche, l’incontro con i rifugiati di Kobane, i volti esausti ma radiosi degli yazidi e dei loro campi profughi; la resistenza del Rojava e la fuga dalla Siria. I partiti, come funghi di pioggia d’ottobre spuntano pronti tra i racconti di questi fermi immagine. «Se la foto non è buona, vuol dire che non eri abbastanza vicino», scriveva Robert Capa per dare un senso alla follia di voler sentire il profumo di rivolte, di ayran e di fango; di chai e di agnello. Le vere sensazioni che si toccano sui colli curdi, tra le bandiere che inneggiano ad Öcalan e il rispetto per i martiri della libertà.
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