Oggi ho protocollato una lettera indirizzata all’assessore comune dell’Urbanistica ed Edilizia privata, nonchè al dirigente del Servizio Edilizia Privata. Ve la propongo.
Alla c. a. dell’Assessore
Urbanistica ed Edilizia Privata
Paolo Frau
Dirigente Servizio Edilizia Privata
Riccardo Castrignano
SEDE
Oggetto: Semplificazione delle procedure del Servizio Edilizia Privata
Gentile Assessore e gentile dirigente,
in seguito all’incontro in Commissione Urbanistica di venerdì 13 luglio, ed in seguito a diversi colloqui, vi invio, così come concordato, alcune osservazioni volte alla semplificazione delle procedure del Servizio Edilizia Privata.
Come sappiamo, il servizio Edilizia privata del Comune di Cagliari conosce, da molti anni, una situazione estremamente critica, che attiene anche al rispetto dei termini delle procedure. La L. 241/1990 “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”, include dei termini che in alcuni casi non vengono rispettati quando si tratta di procedimenti di competenza del servizio in parola.
Esistono delle fasi del procedimento in cui sia il Comune che il privato sono costretti ad alcuni giorni, se non settimane, di lavoro per operazioni (p. es. ricalcolo delle superfici commerciali e private in seguito a varianti in corso d’opera interne o esterne di fabbricati nuovi, o varianti di interventi di piano casa o varianti di interventi di ristrutturazioni) le quali non comporteranno entrate per il comune ed il privato entrate significative. Dette operazioni possono riguardare aspetti che non comportano alcun cambiamento di volumetria, alcuna modificazione del paesaggio, alcuna modificazione esterna.
Esiste una disciplina comunitaria che afferma che, al di sotto di una certa somma, non ha senso che si avvii una procedura amministrativa volta al calcolo dell’eventuale restituzione o pagamento della stessa. In altri termini, rispetto agli importi in questione, risulta molto più dispendioso il lavoro che le parti compiono piuttosto che il risultato finanziario a cui l’amministrazione perviene.
A tal proposito, con la presente chiedo se non sia possibile, rifacendosi sia ai principi comunitari e nazionali, nonché a norme comunitarie e nazionali, eliminare alcuni passaggi i quali non comportano, ipoteticamente, alcun introito significativo per l’amministrazione. Si potrebbero immaginare sia fattispecie in cui si accetta la dichiarazione del tecnico, sia l’accettazione di importi forfetari (vedi Deliberazione n. 2871 del 3 luglio 1991).
Infine, vi pongo un altro quesito: nel caso del calcolo del costo di costruzioni, quali sarebbero le controindicazioni, nel caso di interventi sull’esistente, all’utilizzo di un parametro medio a metro quadro, in modo da evitare l’elaborazione di computi metrici analitici che, spesso, sono solo una sommaria rappresentazione del costo reale d’intervento? Affermo questo anche in previsione della nuova legge urbanistica attualmente in discussione in consiglio regionale.
Rimango a disposizione per ogni chiarimento.
Cordiali saluti,
Enrico Lobina
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