A Cagliari dopo tanti anni si è riaffacciato, con una partecipazione ancora contenuta, il movimento per la casa.
La crisi economica ha aumentato notevolmente i casi di morosità non voluta, e negli alloggi ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) aumentano a dismisura le difficoltà ed i problemi.
La settimana scorsa, insieme ad alcuni abitanti di piazza Granatieri, abbiamo organizzato un sit in di fronte alla Regione, in viale Trento, per capire che fine avessero fatto i soldi destinati alla riqualificazione di quell’area.
Paolo Maninchedda, assessore regionale ai lavori pubblici, ci ha confermato che il Comune di Cagliari ha vinto il bando, e che i soldi sono al Ministero dei lavori pubblici, perché sono fondi ministeriali. Ha anche detto che l’11 febbraio 2014 è stata richiesta al ministero l’assegnazione delle risorse, all’ing. Pera della direzione generale del Ministero dei lavori pubblici.
Appena la RAS incasserà la risorse, girerà il 10% al Comune di Cagliari. Ci diamo dati appuntamento ad un mese dopo per verificare la questione.
Ora il tema è: è possibile chiedere che sia la RAS ad anticipare i soldi dell’anticipazione se i fondi ministeriali non arrivano? E se i fondi ministeriali non arrivano, come possiamo muverci? Ed anche se arrivassero, il Comune ha i progetti pronti.
Mercoledì scorso per la prima volta dopo tantissimi anni alcuni militanti per la casa di S. Elia si sono incontrati con i manifestanti di piazza Granatieri, ed alcuni abitanti di via Malfidano e via Corsica.
Ci sono tutti i presupposti, oggettivi quanto meno, per promuovere un movimento per la casa.
Molti di loro sono sotto proletari, con tutti i limiti che questa definizione comporta. Ma stiamo parlando, su una popolazione di 150.000 abitanti, di quasi 45.000 cagliaritani. Li vogliamo lasciare alla destra.
Alcuni compagni del CUA ed alcuni militanti di SeL, e qualche compagno di Comuna e di iRS, stanno seguendo la questione.
Non sarebbe invece il caso, per tutta la cosiddetta sinistra, gli indipedentisti ed i sovranisti, che passano tantissimo tempo sui social network a parlarsi addosso, ed organizzano decine di bellissime iniziative culturali, dedicare una parte del loro tempo, anche se piccola, a questi temi?
Altrimenti poi quel 3% che raccogliamo ogni volta alle elezioni rimane quello. Non è che con un convegno in più sul 25 aprile, o sul nuovo modello di sviluppo,o con una condivisione su facebook, aumenti di molto.
Io, nel piccolo e con umiltà, sono a disposizione per riprendere a fare politica per strada e tra chi sta male.
Enrico
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