
TARES: Letta butta benzina sul fuoco della crisi, ma pensiamo al Tecnocasic
In questi giorni tutti i cagliaritani hanno ricevuto la cartella della TARES, la Tassa comunale su rifiuti e servizi. Ci sono pensionati che devono pagare 500 euro, famiglie di disoccupati e precari che si sono visti recapitare cifre ancora più alte. E gli esempi potrebbero continuare.
Se la crisi è un fuoco, la TARES è benzina sul fuoco. Con questa tassa si sta lacerando ancora di più il legame tra cittadino e stato. Sono tanti i nuclei familiari che non pagano.
La cartella che arriva nelle case dei cagliaritani, e di tutti gli altri, ha il simbolo del comune. Si tratta di una tassa comunale. Ma è comunale solamente per il nome! Lo stato prima taglia completamente i trasferimenti ai comuni, e poi stabilisce come deve essere la tassa che noi dobbiamo riscuotere. I cittadini devono sapere, infatti, che le aliquote e le regole su quanto e come far pagare le hanno decise a Roma. A noi spetta il compito di riscuotere.
Se si continua in questo modo, ha scritto e detto l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Sardegna, siamo pronti a scendere in piazza. Condivido, e suggerisco di chiamare tutto il popolo a scendere in piazza con noi. Poi, un giorno, i sindaci e consiglieri comunali del PD, dell’UDC e del NCD dovranno spiegare come fanno a stare in partiti che sono al governo a Roma e poi fare l’opposizione al governo in consiglio comunale.
L’ANCI, e tutti i comuni, si occupino però anche dei problemi di casa nostra. La TARES ha un prezzo esorbitante anche perché, nel caso di Cagliari, chi deve smaltire il rifiuto lo fa poco, male e facendoci pagare tanto.
Stiamo parlando di uno di quegli enti che sfuggono al normale controllo democratico e popolare: il TECNOCASIC SpA, società controllata dal CACIP, la quale è responsabile dello smaltimento dei rifiuti. Nel 2006 smaltire una tonnellata di umido costava circa 60 euro. Oggi costa il doppio!
Mentre i comuni risparmiano, tagliano le auto blu, diminuiscono gli affitti, al TECNOCASIC in questi anni si sono fatte assunzioni facili, ed i dirigenti sono passati da 1 a 4!
Come se non bastasse, sempre più spesso il TECNOCASIC non accetta i conferimenti della capitale della Saregna, e ci costringe ad andare, a nostre spese, a Villacidro.
In Consiglio Comunale abbiamo approvato, nel 2011, una mozione che impegnava il Sindaco e la Giunta a “a intervenire per il tramite dei propri rappresentanti nel CACIP, azionista unico del TECNOCASIC, per valutare la congruità dell’aumento dei costi gestionali della società che si riverberano sui costi dello smaltimento del secco e dell’umido, e conseguente aumento delle tariffe TARSU per i cittadini, utilizzando anche come riferimento i costi di smaltimento dei impianti analoghi operanti sul territorio nazionale” e a “a richiedere ufficialmente la stipula di un contratto quadro pluriennale con il Tecnocasic per lo smaltimento del secco e dell’umido che stabilisca i tetti massimi dei prezzi, le modalità di revisione degli stessi e le garanzie di rispetto del servizio con particolare riferimento ai casi di trasferimento dello smaltimento presso altri impianti”. Si dia piena attuazione alla mozione.
Cordialità,
Enrico Lobina
Consigliere comunale
