Inauguriamo oggi la collaborazione de “Su Sirboni”!
Alleluja ,Alleluja!!
Sono tornati i turisti , come tutte le estati. Frotte di vacanzieri ad rimpinguare investitori milanesi, romani, tedeschi, russi, arabi, etc.etc..
E’ ripartito l’inno alla monocultura delle vacanze e si sentono su giornali e tv, commenti contrastanti sui possibili esiti della stagione estiva; da una parte sciur cresciuti all’ombra della Madonnina nel loro compìto italiano professionale sciorinano cifre verso il positivo, dall’altro sindaci, presidenti di camere di commercio ed affini, con il loro accento di pura razza sarda piangono per conto terzi.
Purtroppo nel paese dei Pollicini e delle Formiche, anche le briciole fanno sopravvivenza, come le anziane di Castelsardo tutte in strada a vendere cestinetti o i venditori di formaggio da ombrellone ad ombrellone in cerca di buona fortuna.
A capo chino e con le orecchie basse, in compenso, osserviamo la solita isola discarica, con le piazzole delle strade ridotte a improbabili isole ecologiche (buona questa..) e le periferie che paiono tanti velieri pavesati di buste di plastica, per fortuna multicolori che rendono allegro il paesaggio.
Non si può dire che noi Sardi non sappiamo apprezzare le varietà cromatiche…
Un tempo queste per performance visive ,ci permettevano di distinguere almeno la provenienza dei turisti, specie quelli teutonici ed americani vestiti di tovaglia e fantasie pigiama. Ora a malapena, nell’omologazione della monocultura, riusciamo a distinguere gli olandesi travestiti da nani di giardino e erranti nella massima oscurità possibile, per paura di ritorsioni da recovery found.
Ma suvvia, consoliamoci; anche stavolta abbiamo venduto qualche tonnellata di angurie, ettolitri di mirto e cannonau nascoste fra i sacchetti di sabbia, le collane di conchiglie e il misto pietre di mare . Mi chiedevo , così tanto per dire: ma che c..osa ve ne fatte di tutte ste cose? Calcestruzzo in concrezioni marine, per gli altari celebrativi della speculazione sulle coste? Una preghiera laica agli sghei…
In compenso nessuno si tira indietro a profondere a piene mani le classiche lodi sperticate degli stessi turisti in partenza, esibite come trofei dai giornalisti locali e non , alla stregua di recensioni a cinque stelle sui siti di vacanze online.
Contenti voi…
Però quest’anno abbiamo incrementato il nostro know-how (scusate il termine anglo), conquistato faticosamente nel tempo, nell’industria secondaria di trasformazione che tradotto terra terra vuol dire che non avendo nulla da lavorare di tuo, lavori quello che gli altri non vogliono lavorare ; ah i bei tempi della pietrochimica …( variante nuragica scusate…).
L’apice della nostra sublime capacità è stato questo: abbiamo importato Il Covid19 (che nessuno voleva…) , lo abbiamo diffuso a pieni polmoni nelle tipiche pinnette e stazzi ove si pratica il famoso ballo del lockdown ( e torrada…) e, nell’apprappoddamento generale , lo abbiamo distribuito e condiviso, da gente generosa quale siamo, con i VIP, calciatori, sfaccendati vacanzieri, bamboccioni e perfino con Briatore e la sua orchestra.
Però, distratti dalle troppe lodi di cui sopra, non li abbiamo tamponati …(scusate eravamo privi di assicurazione).
Ed ecco che tutti i lamentosi critici della nostra esportazione virale, senza capire che noi da buoni eterni dominati abbiamo solo messo a disposizione la location ( e dringhìdi sa mesu canna…), portano alla gloria delle prime pagine il Covid quattro mori mod. Solinas , chiedendo di isolare l’isola (che per definizione e per risorse disponibili lo è di default ( e immoi arroppaus…).
Penosa vicenda sulla quale chedè meglio fare una convenscion. Attendiamo in proposito le iniziative dell’Assessore al Turismo della Regione.
Un saluto dal vostro sirbone dalla Torre di Viale Trento (rigosamente con mascherina di sughero..)