S’ottu de ladamini cun is cumpangius de “Bilinguismu Democraticu” eus atobiau sa commissioni curtura de su consillu arregionali. Cumenti narat su titulu, cussu chi bos pongiu est una “posizione di sintesi” de Bilinguismu Democraticu. Sa positzioni mia da agattais a http://www.enricolobina.org/wp/2014/07/01/una-sardegna-bilingue-la-scegliamo-larticolo-per-lunione-sarda/
In mes’e lampadas eus passau una motzioni meda importanti in consillu comunali. Seus ancora abettendi chi su Comunu, su Sindigu e is assessoris, fezzint cussu chi sa motzioni narat.
Bos pongiu innoi su documentu de Bilinguismo Democratico.
Enrico Lobina
Cagliari, 8 ottobre 2014
Alla Seconda Commissione Consiliare
e all’Assessore Regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
della Regione Autonoma della Sardegna
Oggetto: Posizione di sintesi del Comitato Bilinguismu Democràticu in merito alla promozione del bilinguismo e alla politica linguistica regionale
Quale sardo?
Il sardo è una lìngua unitaria, non esistono diverse lingue sarde ma soltanto varietà della stessa lingua, il sardo. La storia millenaria del sardo ha prodotto due varietà scritte letterarie, il campidanese e il logudorese, ampiamente utilizzate dai sardografi da secoli. La produzione scritta in queste due varietà letterarie è notevole, annoverando romanzi, racconti, poesia, saggistica, dizionari, grammatiche e numerose altre opere.
Una tale tradizione consolidata non può essere ignorata ma va presa in massima considerazione in sede di pianificazione linguistica. Nell’attività degli sportelli della lingua sarda è prassi nella Sardegna meridionale utilizzare il campidanese, anche da parte degli operatori che sono convinti sostenitori della Limba Sarda Comuna (che riordiamo essere il logudorese letterario con minimi avvicinamenti al campidanese). Per queste ragioni chiediamo che la situazione di fatto, vale a dire l’esistenza e l’uso plurisecolare del campidanese scritto letterario, sia ufficializzata in Consiglio Regionale. Se tale passaggio istituzionale dovesse suscitare dubbi o perplessità, si può anche ricorrere a mezzi di consultazione popolare per far decidere alla popolazione sarda, in maniera democratica e chiara, se le varietà letterarie storiche debbano avere riconoscimento ufficiale.
Il sardo nella scuola
Il primo impatto delle bambini e dei bambini con il sardo nella scuola non può essere che con quello che sentono ogni giorno in famiglia e nella loro comunità, per evitare traumi e strappi difficilmente sanabili, passando poi a una delle due varietà letterarie di riferimento.
È necessario che il sardo entri come lingua veicolare nella scuola (come prevede la legge 482/99), quindi bisogna investire per formare la classe docente. Un’ottima forma di incentivazione è l’indennità di bilinguismo, che garantisce ai docenti bilingui un contributo mensile in busta paga.
Politica sindacale degli operatori della lingua sarda
Negli ultimi anni alcune amministrazioni pubbliche hanno affidato la gestione dei servizi della lingua sarda (direttamente o tramite bandi) ad associazioni. Questo ha creato situazioni alquanto particolari, dato che capita che l’associazione, potendo scegliere liberamente l’operatore, impieghi giovani assolutamente impreparati per un lavoro delicatissimo che prevede un’alta formazione, così come richiede lo Stato, finanziatore di tutti i progetti della legge 482/99.
Altro problema è la retribuzione: ogni anno lo Stato fornisce indicazioni chiare su quanto debba spettare ai formatori di lingua sarda e agli operatori di sportello, rispettivamente 50/60 € orari e 25 € orari, ma agli operatori di suddette associazioni e cooperative arrivano retribuzioni inferiori, che ammontano anche soltanto, rispettivamente, a 20 € orari e a 10 € orari, spesso in forte ritardo. Che fine fanno gli altri danari che le amministrazioni comunali versano comunque interamente alle associazioni?
Dal momento che lo Stato, per i progetti della legge 482/99, non prevede voci di spesa per ideazione, progettazione, direzione e coordinamento, ci chiediamo quanta sia regolare questo modo di procedere che in alcuni Comuni sembra sia diventata una prassi. Noi chiediamo fermamente che le pubbliche amministrazioni scelgano direttamente gli operatori e i formatori nelle loro persone fisiche tramite bandi regolari che premino il merito.
Finanziamenti alla lingua sarda
Consci del fatto che è doveroso fare tagli in questo difficile momento, chiediamo che la priorità dei finanziamenti venga data alle scuole, alla pubblicazione di materiale didattico e di materiale multimediale facilmente fruibile. Chiediamo inoltre che una parte dei finanziamenti sia destinata alle attività commerciali che decidano di utilizzare il sardo nella loro produzione rivolta al pubblico, come insegne, pubblicità scritta e audiovisiva, etichette, cataloghi, menù, etc., come uno dei modi migliori per rendere il sardo una lingua davvero normale, presente nella quotidianità.
La musica
Nell’ultimo decennio la musica contemporanea in sardo (nei generi, tra gli altri, del rap, del reggae e del ragamuffin) ha dato un notevole contributo alla diffusione della lingua sarda tra i giovani che, per ben noti motivi storico-sociali, sempre meno la utilizzano in famiglia e nel vissuto quotidiano, andando a perderne competenza attiva e passiva.
Varie band musicali hanno ottenuto importanti riconoscimenti internazionali nell’ambito dei festival dedicati alle lingue minoritarie, come Dr.Drer & Crc Posse col LIET International e il SUNS e i Balentia col SUNS, e alcune loro canzoni sono utilizzate come strumenti didattici nei laboratori scolastici per libera iniziativa di giovani docenti. Queste stesse band non riescono però a ottenere la giusta attenzione sul territorio isolano per mancanza di canali ufficiali dedicati. In Sardegna si svolgono ogni anno circa 1200 feste che potrebbero diventare 1200 importanti eventi di condivisione culturale e di diffusione reale del sardo, a costi contenuti, ma questo non avviene poiché i gruppi musicali, pur autosufficienti, hanno un accesso difficoltoso a questo circuito.
Pensiamo che sia necessaria la creazione di una vera e propria Agenzia Sarda per la Musica che si occupi di promozione verso i Comuni, le Pro Loco, i comitati, etc. e che sostenga le iniziative di chi si avvantaggi di tale servizio, offrendo visibilità mediatica su emittenti radiofoniche, televisive e sulla carta stampata. Questo permetterebbe alle band impegnate nella promozione del bilinguismo di operare oltre le iniziative individuali e agli utenti di avvantaggiarsi di una comunicazione di livello, con un notevole ritorno di immagine e di pubblico.
Il rapporto costi/benifici sarebbe enormemente favorevole ai benefici a fronte di uno stanziamento di risorse contenuto poiché occorrerebbe soltanto costituire una piccola redazione che lavori a tempo pieno a questo progetto, garantendo visibilità mediatica a chi promuoverà le produzioni, peraltro sempre più in crescita sia quantitativa e qualitativa, come riconosciuto da tempo dalla critica e come sancito dai premi.
Collocazione istituzionale del servizio
Attualmente tutte le questioni inerenti la lingua sarda sono amministrativamente seguite dal Servizio Lingua e Cultura sarda, della Direzione generale dei Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport. La struttura organizzativa della Regione Autonoma della Sardegna sta vivendo un processo di profonda trasformazione, anche legislativa, e in questo contesto riteniamo che il Servizio lingua sarda e bilinguismo, col compito istituzionale di dirigere e coordinare, in modo trasversale, il rafforzamento della lingua in tutte le attività della RAS, dovrebbe stare in capo alla Presidenza.
In Europa numerose realtà simili alla nostra hanno agito mediante delle agenzie e questo, senza immaginare la costituzione di carrozzoni, ci porta a ritenere possibile che il tema della lingua conosca un potenziamento strutturale interno alla RAS, così come in passate esperienze di governo è stata per esempio costituita la Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna.
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