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STOP TTIP – La Regione che fa? Ha tanti mezzi per intervenire. La lettera a Pigliaru

May 8th, 2015  |  Published in In evidenza, Politica, Sardegna

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Distinto Presidente della Giunta della Sardegna,
On. Francesco Pigliaru

 

Oggetto: il TTIP ed i suoi effetti per la Sardegna

Siamo un gruppo di cittadini e associazioni di varia natura, che il 20 aprile 2015 hanno costituito il comitato Stop TTIP Casteddu (Cagliari).
Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), ovvero il Partenariato Transatlantico sul commercio e sugli investimenti, è un trattato sul libero scambio e sul commercio in via di negoziazione tra Stati Uniti e Unione Europea (UE). Nonostante la pubblica rilevanza del trattato e nonostante il, seppur formale, regime democratico che contraddistingue i sistemi politici europei e statunitensi, il negoziato sta andando avanti in maniera tale che solo le grandi multinazionali e le grandi imprese possano avere voce in capitolo. I popoli europei, ancora una volta, non conteranno nulla.
Il TTIP è un trattato che tutela gli interessi delle multinazionali e delle grandi imprese, in aperta ostilità con gli interessi dei lavoratori e dei popoli europei. In particolare, la Sardegna, dove la stagnazione produttiva e la disoccupazione raggiungono livelli molto alti, risulterebbe particolarmente colpita. .
Nel trattato si prevede l’abbattimento delle “barriere normative”, che favorirebbe la crescita economica e porrebbe le basi per gli investimenti delle grandi multinazionali e delle imprese. L’assenza delle barriere normative favorirebbe palesemente le multinazionali e le grandi imprese, a discapito però delle economie dei piccoli territori come quella sarda, , e a discapito dei lavoratori e delle lavoratrici che avranno sempre meno potere contrattuale.
Cosa significa, in concreto, per la Sardegna (ma non solo) l’abolizione delle cosiddette “barriere normative”? Con il TTIP, qualora fosse approvato, verrebbero meno le regole sulla sicurezza alimentare che, anche senza tenere in considerazione il rischio per la salute dei cittadini, danneggerebbero la nostra isola in quanto sarebbe impossibile tutelare i prodotti agricoli di qualità e a Denominazione di Origine protetta, di cui la Sardegna è ricca. Inoltre, per quanto riguarda l’ambiente, che in Sardegna risulta particolarmente inquinato, non sarà più l’industria privata a dover dimostrare di non inquinare, ma sarà onere dello Stato o della Regione dimostrare che quell’industria inquini per cercare di bloccare lo scempio.
Oltre a sfavorire e danneggiare i piccoli e medi agricoltori, questo trattato approfondirebbe la crisi dei lavoratori e dei disoccupati, che perderebbero quasi totalmente quella già poca forza contrattuale che ancora conservano. Infatti, attraverso l’Isds (Investor-State Dispute Settlement), la multinazionale, qualora fosse in qualche modo danneggiata in termini di profitto da qualche decisione politica o conquista sociale dei lavoratori, potrà fare causa allo Stato rivolgendosi non al tribunale di quello Stato ma ad un arbitrato internazionale, in cui uno degli arbitri è scelto dalla multinazionale, uno dallo stato ed il terzo congiuntamente. Per esempio, in Egitto, l’azienda Veolia ha fatto causa allo Stato egiziano per aver aumentato i salari dei lavoratori pubblici e privati, riducendo il proprio profitto.
Considerato che il presente trattato è di interesse generale della totalità del popolo sardo, chiediamo al Presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e alla Giunta di prendere una posizione netta, anche attraverso l’utilizzo dell’ articolo 52 dello Statuto regionale sardo, che stabilisce che “La Regione è rappresentata nella elaborazione dei progetti dei trattati di commercio che il governo intenda stipulare con Stati esteri in quanto riguardino scambi di specifico interesse della Sardegna. La Regione è sentita in materia di legislazione doganale per quanto concerne i prodotti tipici di suo specifico interesse”.
La LR 13/2010, inoltre, permette di intervenire nella fase ascendente della formazione del diritto comunitario. Infine, la sua presidenza della commissione ENVI (Commissione per l’ambiente, cambiamenti climatici ed energia) del CoR (Comitato delle Regioni) dell’Ue (Unione Europea) è un ulteriore strumento a sua disposizione per far conoscere la contrarietà della Sardegna al TTIP.
Le chiediamo di esprimersi.

Cordiali saluti,
Comitato Stop TTIP Casteddu (Cagliari)

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