L’articolo che vi propongo è molto tecnico, e pare destinato agli addetti ai lavori. In realtà, però, se vogliamo cambiare la Sardegna dobbiamo cambiare la struttura amministrativa regionale. Intervenire con una sana operazione “trasparenza” e “pari opportunità” nella attribuzione degli incarichi di posizione e incentivanti è una operazione “a costo zero”, e sarebbe una rivoluzione per l’Amministrazione regionale.
Se potete dateci una mano.
Buona lettura.
Regione Sardegna – Regolamento per gli incarichi. Trasparenza, pari opportunità e democrazia anche in Regione. La nostra proposta
Bruno Trentin amava ripetere che i padroni italiani usano il tema del “merito” per dividere i lavoratori e non per realizzare organizzazioni lavorative inclusive, cooperanti, efficienti ed efficaci.
E’ così anche in Regione Sardegna, dove gli incarichi ex art. 100 del CCRL (Contratto Collettivo Regionale di Lavoro) vengono assegnati senza alcun criteri, se non quello fiduciario. E’ sotto gli occhi di tutti che questo ha solamente aumentato il caos in cui vive oggi la pubblica amministrazione regionale.
Come FP CGIL da anni, precisamente dal 2019, proviamo convincere la nostra controparte e le altre sigle sindacali che dobbiamo regolamentare questo aspetto del contratto, così come succede, d’altra parte, in tutti gli enti locali ed anche nelle funzioni centrali.
Per ora siamo praticamente soli come organizzazione (nessuno ci considera), e quindi chiediamo un impegno ed un sostegno direttamente alle lavoratrici ed ai lavoratori. Abbiamo già inviato, da soli, questa proposta di regolamento all’ERSU di Cagliari ed all’Amministrazione centrale.
Vi proponiamo in bozza il regolamento, il quale introduce la primazia dei “gruppi di lavoro”, i quali possono coinvolgere le colleghe ed i colleghi di categoria A e B, che vogliamo coinvolgere a tutti i costi. Introduciamo anche alcune proposte di criterio ed una proposta di iter per il conferimento degli incarichi.
Siamo aperti alla discussione, se è costruttiva ed è volta ad arrivare ad un risultato.
Alcune compagne, compagni, colleghe e colleghi, giustamente ci hanno rimproverato che modificare questa parte del nostro agire senza modifiicarne altre (dirigenza, assunzioni, introduzione di nuovi livelli di competenze) rischia di non risolvere nulla dei problemi che abbiamo. Hanno ragione. Questo regolamento, ed altre proposte già in campo, servono sia a risolvere il problema specifico che ad allargare lo sguardo ad una riforma sistemica ed organica della struttura regionale. Ne ha enorme bisogno la Sardegna, oltre che i dipendenti del comparto Regione Sardegna