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Deposito di scorie nucleari? NO! – Percorsi partecipativi e comunitarismo verso un’alternativa politica per la Sardegna – di Luca Sedda

Il Consiglio Comunale di Gavoi, come gli altri comuni sardi, ha approvato un ordine del giorno elaborato dalla maggioranza e dall’opposizione di Comunidade che ha ribadito l’indisponibilità delle comunità della Sardegna ad ospitare il Deposito nazionale di scorie nucleari.

Quattro pilastri reggono questa argomentazione: il diritto alla autodeterminazione dei popoli; il rispetto della volontà popolare; la salvaguardia della salute, dell’ambiente e del territorio; il diritto della Sardegna rurale a scegliere vie alternative e non subalterne di progresso.

Anche se la Sogin non individua l’isola come sito ottimale, inserendo la Sardegna tra le regioni che potrebbero ospitare il deposito, ha già disatteso il risultato del referendum del 2011 e quindi dobbiamo vigilare.

Oggi ci presentano lo spauracchio dei rifiuti e domani potrebbero proporci inganni velati da finti benefici economici. Il ricatto occupazionale al prezzo della salute è dietro l’angolo. La Sardegna ha pagato e ancora paga: la Sardegna galera, tiro a segno dell’industria bellica, pattumiera dell’industria chimica, violata da un’attività estrattiva sconsiderata, la Sardegna di Ottana, Portovesme, Porto Torres, dei fanghi rossi, la Sardegna che accetta i fumi di acciaieria, la Sardegna fabbrica di alienazione e disoccupazione, la Sardegna della finta rinascita da sradicamento, delle promesse di bonifica rimaste tali, la Sardegna che fabbrica bombe, la Sardegna delle servitù militari e lo Stato, che processa i patrioti che si oppongono a questi soprusi, sono di fronte ai nostri occhi. 

I movimenti che credono in un comunitarismo universalistico, un socialismo utopico ma possibile perché progettuale, non possono che schierarsi con la gente di Sardegna, oggi più che mai “classe”, “categoria”, vulnerabile e subalterna.

Anche per questa lotta, che ha radici nella critica al capitalismo e a questo sviluppo, passa il processo di emancipazione delle istituzioni e dei sardi dai ricatti, dalla politica eterodiretta, dai clientelismi, verso nuovi gradini di autodeterminazione.

Quindi ALTERNATIVI e non subalterni, con strumenti e intenti diversi da quelli dei macchinisti del potere, guerrafondai del becero affarismo italianista, buoni per ogni stagione che oggi si ammantano di ambientalismo e sardità folk.

Lo strumento, che questi ultimi mal digeriscono, è quello di una democrazia partecipativa sarda, una matura cittadinanza a cui tendere, che esprima l’idea di una Sardegna e di un mondo di identità accoglienti e alterità accolte, di un lavoro per la vita e per il tempo da liberare e non per la malattia e la morte,  di produzioni locali, di una nostra terra, madre e mezzo di produzione e di una nazione rispettata, compresa, guidata nel continuo susseguirsi di crisi e superamenti.

E possiamo riiniziare dal nostro NO nel dibattito pubblico a cui la Sogin è obbligata.  

Alla consultazione pubblica on line possono accedere gli enti locali ma anche i singoli cittadini. Partecipiamo tutti e inviamo le nostre osservazioni!

Usiamo questa procedura come un esercizio di attivazione collettiva che servirà per altre lotte e altri obiettivi.

È il momento di salire in cima ai nuraghi, accendere i fuochi, fermarci a riflettere, incrociare lo sguardo fra comunità solidali e guardare lontano, per scoprire che tipo di futuro vogliamo. Da quella posizione ci convinceremo che non vogliamo un futuro subalterno.

      Luca Sedda

Capogruppo di Opposizione

Movimento COMUNIDADE